di Franco De Marco
C’era da aspettarselo e questa mattina, puntualmente, nella prima giornata del ritorno alle normali prestazioni mediche, nella piastra ambulatoriale dell’ospedale “Mazzoni” si è creato un affollamento che ha messo a dura prova la pazienza di utenti e personale, che si è trovato di fronte ad una valanga di lavoro.
Si sono presentate agli sportelli almeno 200 persone.
Naturalmente sono state previste, provocando tempi lunghi, tutte le misure anticontagio sia nell’accesso alle strutture sia nelle sale d’attesa: controlli della temperatura, distanziamento fisico, utilizzo della mascherina, igiene delle mani e autocertificazione.
E accessi differenziati per utenti e personale.
«Da mercoledì 3 giugno ci sarà un servizio di vigilanza, dalle 8 alle 19, per regolamentare meglio l’afflusso ed evitare affollamento e file – annuncia il direttore dell’Area Vasta 5 Cesare Milani, consapevole del problema-. In tanti oggi si sono presentati nei nostri uffici per la prenotazione di prestazioni ambulatoriali, pagamenti alla cassa, eccetera.
Comunque abbiamo fronteggiato la situazione.
Da mercoledì cercheremo di limitare i disagi per gli utenti».
Con il lungo lockdown, come detto, quando sono state bloccate tutte le prestazioni ospedaliere non urgenti, si è creato un enorme arretrato.
L’Area Vasta 5, per quanto riguarda l’agenda delle prenotazioni, ha provveduto ad una rimodulazione secondo le disposizioni dell’Asur.
I tempi di esecuzioni delle visite e degli esami diagnostici si allungano.
Ma, di fronte alla situazione che si è creata con l’emergenza Coronavirus, è inevitabile.
Oggi comunque sono riprese alcune visite specialistiche.
Dal punto di vista dei volumi di attività, ha preavvertito l’Area Vasta 5, è previsto un avvio della normale attività limitato e progressivo per il mese di giugno sempre tenendo conto dell’andamento epidemiologico.
L’arretrato è una montagna.
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