L’impianto di soccorso di Castel Trosino
di Renato Pierantozzi
Un utile di quasi sei milioni di euro a fronte di un valore della produzione che ha superato i 71milioni di euro. Ma quello che preoccupa di più sono i dati drammatici relativi alle sorgenti del Piceno che hanno perso quasi il 40% delle portate tra siccità e sisma con la crisi idrica del 2019 definita la più drammatica degli ultimi 30 anni. Sono i dati che emergono dal conto consuntivo 2019 della Ciip spa che sarà esaminato lunedì prossimo dal Consiglio comunale di Ascoli (leggi l’articolo) in vista dell’assemblea dei soci della società del 29 giugno. Spulciando i dati del bilancio, al 31 dicembre scorso, la società vanta crediti verso gli utenti per 4,2 milioni per bollette ancora da incassare, mentre la pandemia causata dal Covid-19 non dovrebbe avere ripercussioni negative ad eccezione di una flessione degli investimenti nella prima parte dell’anno. Un capitolo corposo del bilancio è dedicato alla crisi idrica peggiorata anche a seguito del sisma del 2016. A riguardo l’azienda ha dovuto sborsare, per i danni del terremoto, un milione di euro per gli interventi in somma urgenza. Altri 4,3 milioni, invece, saranno destinati per gli interventi a breve termine sempre sulla rete degli acquedotti del Pescara e del Vettore. Molto negativi i dati sulle portate delle sorgenti che si sono dimezzate rispetto a quanto la Ciip è autorizzata a capitare passando da 1.275,5 litri al secondo a 775,8 (-39,5%) come rilevato al 23 ottobre scorso (-618,5). Qualche dato? Foce di Montemonaco ha perso 369 l/s (da 526 a 157); Pescara del Tronto -110 (da 200 a 90), mentre per fortuna Capodacqua ha retto perdendo solo 54,8 l/s (da 429,8 a 375) al pari di Sasso Spaccato (-27,7 l/s). Azzerate invece completamente le sorgenti di Forca Canapine e Fosso Rio che prima pompavano rispettivamente 47 e 10 l/s nella rete. «Dai valori -si legge nel documento- delle portate sorgentizie, si evince che la crisi idrica del 2019 è quella caratterizzata dalla maggiore contrazione di risorsa degli ultimi 30 anni.
Per far fronte alla crisi, l’azienda ha chiesto fondi per 5,5 milioni alla protezione civile nazionale e regionale per investire sugli acquedotti di soccorso per garantire l’acqua ad Ascoli e alla costa. Inoltre è scattata la caccia a nuove sorgenti con gli studi affitte alle università Politecnica delle Marche e La Sapienza di Roma per trovare falde acquifere “emungibili”. E qui per fortuna arriva, finalmente, una buona notizia. Nell’area di Capodacqua (zona galleria Forca Canapine) la ricerca è andata a buon fine grazie all’individuazione di un “acquifero potente” in grado di garantire 100 l/s già a partire da questa estate in caso di rilascio delle relative autorizzazioni.
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