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Il sindaco Petrucci è a casa:
«Ricostruire Arquata è una missione,
ci metterò tutte le mie energie»

IL PRIMO cittadino è in convalescenza dopo il ricovero al "Mazzoni" di Ascoli, il 18 maggio, per una grave setticemia. Lunedì 15 sarà al "Gemelli" di Roma per ulteriori esami. Il suo cruccio: «Non potrò vedere Legnini, ho tante cose da dirgli». I ringraziamenti a coloro che gli hanno manifestato affetto e vicinanza
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Il sindaco Aleandro Petrucci, a casa, in tempo per festeggiare il compleanno della nipotina

 

di Maria Nerina Galiè

Aleandro Petrucci è un grande uomo oltre che un sindaco esemplare.

E’ tornato a casa dopo quasi un mese di ospedale, in tempo per festeggiare il compleanno della nipotina.

Deve continuare esami e cure ma non ha mai smesso di pensare a quella che lui stesso definisce una “missione”: ricostruire e veder rinascere Arquata, devastata dal sisma del 2016.

Il sindaco di Arquata il 18 maggio è dovuto correre al Pronto Soccorso del “Mazzoni” di Ascoli per una grave setticemia che la mattina successiva gli ha provocato una crisi.

Il sindaco Petrucci in ospedale nella pre murg del Pronto Soccorso, assisitito dal dottor Massimo Loria e dall’infermiera Lara

«L’abbiamo ripreso per i capelli – aveva raccontato Massimo Loria, l’ex primario ritornato al lavoro per l’emergenza Coronavirus – ma ora il peggio è passato».

Dopo la crisi, una settimana di Rianimazione poi la degenza nel reparto Medicina e, finalmente, la dimissione.

Lunedì sarà al “Gemelli” di Roma per ulteriori indagini.

Sa che la salute viene prima di tutto eppure ha un cruccio:

«Mi dispiace che lunedì viene il commissario straordinario per la ricostruzione (Giovanni Legnini, ndr) e non posso parlarci. Ho tante di cose da dirgli».

Lo tranquillizza il fatto di aver affidato le sue richieste a persone di fiducia, primo tra tutti  i vice sindaco Michele Franchi. 

«Devo dire a Legini di risolvere il problema delle macerie – e la voce di Aleandro Petrucci, da flebile, torna quella tuonante conosciuta un tante altre occasioni in cui l’argomento era la ricostruzione – deve portarle via.

Poi ci sono le macerie private, che non possono essere stoccate nel centro di Pescara, a due passi, perchè lì ci vanno solo quelle pubbliche. E’ una questione legislativa, ma anche un paradosso.

Poi, se arrivano fondi speciali per i ben 44 Comuni del cratere, nelle zone distrutte si ricostruiranno villaggi, si, ma vuoti. Perchè se non si aiuta la ripartenza, ad Arquata non ci saranno più le persone».

Petrucci, sia per il suo ruolo (è nella cabina di coordinamento del cratere) che per la determinazione con la quale ha portato avanti la sua “missione”, è diventato il simbolo della ripartenza dopo il terremoto.

«Durante il ricovero ho ricevuto un’enorme quantità di auguri di pronta guarigione e segni di affetto e vicinanza. Non me lo aspettavo. Ringrazio tutti».

Il sindaco non dimentica inoltre l’attività amministrativa.

«A breve ci sarà l’approvazione del bilancio», ricorda con un sospiro.

Anche in questo caso però, sa che la situazione è sotto controllo ed che ora, anche per la sua terra, deve rimettersi in forma.

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