di Renato Pierantozzi
Otto decessi sospetti dall’8 gennaio 2017 al 25 febbraio 2019 e quattro anziani ripresi in extremis grazie al tempestivo intervento dei sanitari. Sono questi i casi su cui la Procura della Repubblica ha acceso il faro che poi ha portato lunedì scorso all’arresto (leggi l’articolo) dell’infermiere Leopoldo Wick con accuse pesantissime. Nell’ordinanza di 223 pagine firmata dal giudice Annalisa Giusti si ricostruiscono i decessi sospetti e le cause che sono poi alla base delle accuse contestate all’operatore sanitario 57enne di Grottammare, ma originario di Ascoli. L’accusato, tramite i legali Tommaso Pietropaolo e Luca Filipponi, respinge ogni accusa e domani (mercoledì)
incontrerà i legali in carcere (leggi l’articolo) in vista dell’interrogatorio di venerdì. Per le due morti più recenti (Lucia Bartolomei e Vincenzo Gabrielli), gli inquirenti hanno a disposizione i risultati delle autopsie svolte dopo il decesso o a distanza di qualche mese a seguito della riesumazione del cadavere. In quattro casi, invece, le accuse si fondano sulle analisi del sangue prelevato al momento della morte in sede di visita necroscopica, mentre per due decessi è stata esaminata la documentazione sanitaria. La catena delle morti sospette inizia, come detto, nel gennaio del 2017 quando il giorno 8 viene a mancare Teresa Vagnoni (69 anni), secondo la Procura, per indebita “sovra-somministrazione” di insulina (probabilmente il farmaco retard) in un soggetto non sottoposto a terapia insulinica. E’ questo l’unico caso del 2017. Si arriva poi all’estate del 2018 quando il 16 luglio, sempre nella Rsa di Offida, muore Domenica Alfonsi (87 anni) per “intossicazione da psicofarmaci a seguito di indebite somministrazioni in sovradosaggio di benzodiazepene”. Si tratta dei uno psicofarmaco usato per combattere ansia e insonnia. Nel novembre 2018 poi si registrano i decessi di Domenica Grilli di 92 anni (1° novembre ) e Luigi Salvucci, di 86 anni, (il giorno successivo), conosciutissimo funzionario ascolano della Motorizzazione Civile (leggi l’articolo),
entrambi con valori tossici di promazina, un altro tranquillante, riscontrati nel sangue. Sempre il 2 novembre 2018 muore Lucia De Angelis (86 anni) per indebita “sovra-somministrazione” di insulina (probabilmente il farmaco retard) in un soggetto non sottoposto a terapia insulinica. Il 12 dicembre muore Maria Antonietta Valentini (67 anni) anche per lei per sospetta intossicazione da promazina. Si arriva poi nel 2019 quando il caso esplode il 25 febbraio con il blitz dei Carabinieri per bloccare i funerali di Vincenzo Gabrielli, 93 anni,(leggi l’articolo) dalla cui autopsia poi emerge ancora una volta una indebita “sovra-somministrazione” di insulina (probabilmente il farmaco retard) in un soggetto non sottoposto a terapia insulinica. Venti giorni prima era deceduta la 93enne Lucia Bartolomei (10 febbraio), il cui corpo viene fatto riesumare per ordine della Procura il 29 aprile 2019 (leggi l’articolo). Dall’autopsia e dal precedente esame del sangue al momento del decesso emerge una concentrazione tossico-letale di promazina per oltre 6500 ng/ml. Sono invece quattro le persone ferite, sempre secondo l’accusa, a causa delle azioni dell’infermiere. Si tratta di anziani ripresi in extremis soltanto grazie all’intervento del pronto soccorso a cui erano stati somministrati, nel periodo che va dal marzo 2018 al gennaio 2019, dosi massicce di psicofarmaci, anticoagulanti e insulina.
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