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Zona economica speciale
nel cratere:
«L’unica via da percorrere
per il rilancio»

SISMA - Il tema resta al centro dell'agenda dopo l'apertura del commissario Legnini. I parlamentari marchigiani del Movimento 5 Stelle: «Per i tanti piccoli centri dell'entroterra rischia di essdere l'ultima chiamata»
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«La creazione di una Zona Economica Speciale per il cratere sismico del centro Italia è indispensabile: il Movimento 5 Stelle lo sostiene ormai da qualche anno, tanto che esiste dai primi mesi di questa legislatura una proposta di legge a prima firma Cataldi, a cui ne sono seguite anche altre dal gruppo parlamentare M5S delle Marche».

Capodacqua devastata dal terremoto del 2016

Tornano sul delicato tema i parlamentari marchigiani del Movimento 5 Stelle. E lo fanno con una nota congiunta.

«Un testo che, purtroppo, al tempo del primo governo Conte non trovò condivisione da parte della Lega, nonostante fosse un decreto articolato e formulato comparando questo caso con altri simili su scala europea -contonuano i pentastellati-. Da troppo tempo, come M5s, ci scontriamo con l’attendismo delle altre forze politiche su questo specifico tema. Per questo motivo, siamo soddisfatti per le parole del commissario Legnini a Visso, il quale ha dato voce alla proposta giuntagli proprio dai nostri portavoce».

«Il Covid-19 ha aggravato la situazione dell’area appenninica interessata dai terremoti del 2016, nella quale era già in atto un forte spopolamento negli ultimi anni è la conclusione-. La Zes è davvero l’unica via da percorrere per preservare la microeconomia dei centri del cratere sismico: senza agevolazioni pluridecennali sul fronte fiscale e senza politiche attive su quello del lavoro, è impossibile fermare la “fuga” da queste zone, peraltro bellissime e con grandi potenzialità turistiche in estate come in inverno. Abbiamo avviato una raccolta di firme, tra i nostri parlamentari, aperta naturalmente a chiunque voglia aderire delle altre forze politiche, per chiedere con forza questa Zes al presidente Conte. Per tanti piccoli centri terremotati è davvero l’ultima chiamata: o si agisce ora, o per tanti comuni non ci sarà futuro».


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