di Franco De Marco
Cercansi disperatamente radiologi.
All’Area Vasta 5 ne servono assolutamente tre.
E subito, se si vuole far fronte in maniera adeguata alle nuove richieste e alla montagna di arretrato.
Altrimenti le lunghe e lunghissime liste di attesa sono inevitabili.
Il primario di Radiologia, ovvero direttore dell’Unità operativa complessa e direttore di Dipartimento, Carlo Marinucci, il cui valore professionale e umano è una nota eccellenza della Sanità picena, ha ufficialmente richiesto all’Asur, e naturalmente anche al direttore dell’Area Vasta 5 Cesare Milani, l’assunzione al più presto di tre radiologi.
Ora è in attesa di una risposta.
Ma se questa risposta non arriva sono guai per i pazienti (esterni) nel senso che saranno costretti a lunghe attese o a rivolgersi ai privati a pagamento.
Se uno come Carlo Marinucci, persona notoriamente equilibrata e responsabile, che bada al sodo, ha avanzato questa richiesta, è perché davvero la situazione è critica.
Durante i tre mesi di lockdown, tutti gli esami non urgenti sono stati sospesi e ora, che sia l’ospedale Mazzoni di Ascoli sia l’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto sono tornati alla normalità, il lavoro da fare è enorme.
C’è la montagna di esami arretrati, seppur rivisitata dai medici di famiglia, più le nuove richieste.
Dottor Marinucci, quanto arretrato si è accumulato?
«Circa 6.000 richieste.
E’ evidente che non ce la possiamo fare pur con tutta la buona volontà, con turni continuati, mattina e pomeriggio, e pure con un parco attrezzature che nel Piceno è di tutto riguardo.
C’è anche da tener conto delle norme di sicurezza che impongono giustamente il distanziamento e una serie di accorgimenti.
Rispetto a prima si riesce ad evadere il 60% degli esami».
Non sono sufficienti le prestazioni aggiuntive naturalmente a pagamento extra?
«No. Non tutti i medici sono disponibili. Ci sono molti che non se la sentono e preferiscono rispettare il normale orario.
Ecco perché, considerando che tra il personale a disposizione ci sono tre dottoresse alle prese con la gravidanza, ho richiesto il loro rimpiazzo. Solo un rimpiazzo».
Insomma il primario di Radiologia non ha chiesto certo la luna ma, come nel suo stile, rinforzi minimi e ben motivati.
Il problema, al di là del via libera o meno da parte dell’Asur all’assunzione di tre nuovi radiologi, è che questi specialisti non si trovano proprio. C’è carenza dovunque.
«Nella programmazione nazionale della specializzazione c’è stato evidentemente un errore di valutazione».
E allora?
«Un gruppo di specializzandi sta per concludere il percorso ad Ancona. Mi auguro che ci sia qualcuno che decida di venire nel Piceno».
Insomma è cominciata la corte sfrenata agli specializzandi.
E’ stato ipotizzato, per far fronte alla mole di lavoro, di utilizzare le apparecchiature anche di notte e nei festivi.
Le apparecchiature ci sono, anche moderne, ma non ci sono i medici.
La caccia ai giovani specialisti è cominciata.
I pazienti, pazienti, attendono.
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