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Caos A14, camionisti esasperati:
«La pazienza sta finendo,
pronti a scendere in piazza»

ASCOLI - Il segretario nazionale della Pmi-Autotrasporto, Roberto Galanti: «Si sta superando la decenza e la situazione è destinata a peggiorare a causa dei lavori sui viadotti che sposteranno il traffico sulle strade Statali»
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di Renato Pierantozzi

Caos A14, dopo le bordate degli industriali (leggi l’articolo) si fanno sentire anche i camionisti, altre “vittime” quotidiane dell’imbuto autostradale Il grido di dolore arriva dal segretario nazionale della Pmi-Autotrasporto, l’ascolano Roberto Galanti, in stretto raccordo anche con le istituzioni locali. «Dai e dai la corda si spezza -esordisce Galanti- Non bastavano i problemi relativi ai sequestri dei new jersey di un giudice di Avellino (gli effetti non si nono ancora visti), la crisi virale che ha costretto tutti agli arresti domiciliari e l’eterna storia dei lavori in autostrada che nei paesi normali si fanno di notte dove il traffico è notoriamente ridotto, a creare notevoli disagi ai cittadini, agli utenti e ai comuni interessati per il passaggio obbligato nelle statali. Cantieri infiniti che creeranno problemi dato l’avvicinarsi del periodo del “bollino rosso”, con pessime ricadute, per esempio, nel settore del turismo, sul quale, in questa fase di riavvio post-lockdown, si deve necessariamente puntare per resuscitare una economia decisamente provata dei territori marchigiano ed abruzzese che vivono, specie nei periodi estivi e non solo, di flusso turistico. A questo, proprio per l’assurda situazione, si aggiungono lunghe ed inconcepibili file di mezzi pesanti che, in attesa che si inventino camion che volano, devono, per poter lavorare nel rispetto dei tempi di guida, circolare sulle arterie autostradali al fine di assicurare l’approvvigionamento dei beni necessari ai cittadini ed alle attività ad esse connesse». Galanti ha sentito oggi il sindaco di San Benedetto, Pasqualino Piunti. «

Roberto Galanti

La vice presidente Anna Casini -afferma sempre il segretario- nonostante le varie missive di sollecito al Ministro De Micheli, sostiene giustamente che “a oggi la situazione non è cambiata e i disagi continuano a permanere”. Dello stesso parere anche il Sindaco di San Benedetto del Tronto Pasqualino Piunti con il quale mi sono sentito anche oggi e che mi ha ribadito i disagi di territori che hanno vissuto esperienze tremende e devastanti, come il terremoto prima e il lockdown oggi continuano a dover patire le disastrose condizioni del più importante asse viario nord sud della fascia adriatica, l’unico che potrebbe assicurare velocità di spostamenti in questo corridoio stretto tra mare e rilevi montani dove vivono ed operano centinaia di migliaia di persone. Anche Piunti non si capacita dei cantieri che vanno avanti per mesi senza considerare i pesantissimi effetti dei sequestri giudiziari sui viadotti. Così non si può andare avanti, la misura è colma, dobbiamo tutti urlare un forte e deciso basta e pretendere dal concessionario, ma sopratutto dal Governo che ha il dovere di vigilare, risposte convincenti e impegni vincolanti». La situazione è destinata purtroppo a peggiorare.

Il ministro Paola De Michieli

«A breve -rivela Galanti- ad aggravare la situazione, che non trova giustificazioni, sui tratti interessati, si aggiungeranno lavori su alcuni viadotti che obbligheranno il transito nelle statali. In questa lunga Via Crucis che se non trova soluzioni o non la si vuol trovare, rischia di alimentare segnali di protesta da parte del settore dell’autotrasporto e non solo che fino ad oggi ha dimostrato un enorme ed alto senso di responsabilità. Nel toto rinnovo delle concessioni, sarebbe opportuno caro signor Ministro, che si punti prevalentemente alla normalità che in questo momento sembra proprio una “chimera”. Sentirò -conclude-  i colleghi per scrivere e chiedere ai Prefetti interessati, un incontro, coinvolgendo anche i sindaci dei territori. Direi che il “tempo delle mele” sta finendo ed anche la pazienza dimostrata sino ad ora ha superato i limiti della decenza. ”Occhio perché la corda non è eterna e, a forza di tirarla, si spezza!».


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