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Il Pd difende Mangialardi:
«Acquaroli attaccato alla poltrona
Si è candidato a tutte le elezioni possibili»

ELEZIONI – Il segretario regionale dei dem replica a Lega e Forza Italia, che vorrebbero le dimissioni del candidato governatore del centrosinistra dall’Anci: «C’è chi si impegna sul territorio e chi lo sfrutta per il suo tornaconto personale»
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gostoli

Giovanni Gostoli

«Maurizio Mangialardi è il sindaco dei sindaci. In qualità di presidente dell’Anci Marche ha svolto un lavoro istituzionale prezioso ed equilibrato che è riconosciuto da tutti. È l’uomo giusto che può unire la regione».

Sono le parole di risposta del segretario regionale del Pd Giovanni Gostoli agli attacchi della destra subiti dal candidato del centrosinistra, che venerdì scorso ad Ancona ha ufficializzato la sua candidatura presentandosi con la coalizione “Insieme Marche”.

Continua Gostoli rivolgendosi all’onorevole umbro, Riccardo Augusto Marchetti, commissario regionale della Lega, «si informi meglio, così scoprirà che l’accusa di poltronismo deve rivolgerla ad Acquaroli che negli ultimi anni si è candidato a tutte le elezioni possibili. È passato da un ruolo all’altro, senza finire il mandato e, quindi, tradendo il primo impegno con gli elettori. Cinque anni fa è già stato candidato alla presidenza della Regione. Ha perso e se ne è andato». Siccome vinceremo noi le prossime elezioni regionali, l’onorevole Acquaroli lascerà la poltrona da parlamentare per fare il consigliere regionale delle Marche? E la lascerà prima o dopo il voto?».

Non tarda ad arrivare anche la replica del segretario dem al senatore di Viterbo, commissario di Forza Italia, Francesco Battistoni, l’ultimo in ordine cronologico a chiedere le dimissioni di Mangialardi da presidente Anci Marche. «La differenza è sostanziale – dichiara Gostoli – c’è chi si impegna sul territorio e chi sfrutta il territorio per il suo tornaconto personale. Mangialardi sta gestendo una fase importante nella fase di post emergenza covid19, con una particolare attenzione ed impegno alla ripartenza dell’attività turistica e commerciale, sarebbe deleterio per la comunità marchigiana, se interrompesse il suo prezioso operato per assecondare le gesta di una destra in difficoltà che usa le Marche solo come una terra di scambio politico».


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