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Quintana, 2020 senza Giostre?
C’è ancora uno spiraglio

ASCOLI - Dopo l’annullamento ufficiale dell’edizione di agosto, si attende la decisione per quella posticipata da luglio a ottobre. Che potrebbe essere anticipata a settembre. Ma stavolta i Sestieri aspettano solo disposizioni
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Agosto 2019, l’ultima Quintana: il Magnifico Messere Marco Fioravanti e le Magistrature davanti Palazzo dei Capitani

di Andrea Ferretti

Ma siamo proprio sicuri che sarà un 2020 senza Quintane? Ancora no. Dopo l’annuncio, per certi versi shock, del sindaco-Magnifico Messere Marco Fioravanti, che ha definitivamente spazzato il campo da dubbi ed equivoci sulla Quintana di domenica 2 agosto, resta in piedi l’ipotesi della Quintana di domenica 4 ottobre. Che poi sarebbe la notturna di sabato 11 luglio, posticipata proprio nei giorni di massima emergenza Covid in cui tutti annullavano tutto.

I sei caposestieri. Dall’alto, in senso orario: Bartoli (Piazzarola), Regnicoli (P.Maggore), De Santis (P.Romana), Lattanzi (P.Solestà), Silvestri (P.Tufilla), Gasparrini (S.Emidio)

Una data, il 4 ottobre, che ora sta animando le discussioni nell’ambiente quintanaro. Un esempio. “E se quel giorno dovesse piovere?” La risposta: “Un conto è rinviare per maltempo, come avvenuto in passato, quella di agosto di qualche giorno, e un conto è spostare quella di ottobre”.

Ma non è finita. Caposestieri e Consiglio degli Anziani, in maniera ancora del tutto informale, hanno ventilato l’ipotesi di anticipare il… posticipo, ovvero spostare la Quintana da domenica 4 ottobre a sabato 5 settembre.

“Ma come – gli stessi che hanno storto il naso – se non è stato possibile farla ad agosto, ci presentiamo appena un mese dopo?”.

Sta di fatto che a giorni il sindaco e il Consiglio degli Anziani diranno sì o no. Marco Fioravanti, però, stavolta non ci andrà con i piedi di piombo, ma di ghisa, prima di coinvolgere preventivamente i Sestieri.

Il cavaliere Gubbini (Tufilla) con il suo allora caposestiere Petrelli: un’immagine dell’ultima Quintana disputata

Per la Quintana di agosto, infatti, attraverso il CdA, è stato chiesto ai sei Sestieri di esprimere la propria volontà, che si è tradotta in un 4 a 2. Quattro Sestieri (Porta Romana, Porta Solestà, Porta Tufilla, Sant’Emidio) hanno infatti detto “sì, per noi va bene” e due (Piazzarola, Porta Maggiore) hanno detto “no”.

Poi è accaduto che il sindaco ha incontrato il prefetto, ha sentito il parere delle forze dell’ordine, dell’Asur e dei tecnici comunali. Alla fine c’è stato l’annuncio del “no”.

I Sestieri a quel punto si sono un po’ sentiti “usati”. Stavolta, nel caso venisse in mente di ascoltarli di nuovo, c’è da scommettere che non scuciranno verbo.

Sbandieratori e musici al Campo dei Giochi

Nel mondo quintanaro, intanto, si è scatenata una rissa mediatica. Soprattutto dopo un video in cui il caposestiere di Porta Maggiore, Marco Regnicoli, ha spiegato i motivi del “no” del suo Sestiere alla Quintana. Nel caso si fosse deciso di farla, ovviamente il Sestiere neroverde si sarebbe allineato.

Rissa generata da una gestione del rinvio della Quintana di agosto non proprio da manuale. Il sindaco forse avrebbe dovuto prima prendere atto delle insormontabili difficoltà nel mettere in piedi la macchina quintanara agostana, poi chiamare a raccolta i Sestieri per metterli al corrente. E magari trovare insieme una eventuale soluzione, come ad esempio una presenza simbolica in occasione delle festività patronali di Sant’Emidio.

La sede della Quintana a Palazzo Arengo

A giorni la seconda e ultima “sentenza” del 2020. Il ballottaggio tra il partito dei “si” e quello dei “no” è aperto. Comunque vada, resta lo scoglio delle sedi di Sestiere che possono essere operative al cento per cento solo con in mano la licenza temporanea di somministrazione e/o vendita di alimenti e bevande. Tre Sestieri ce l’hanno, tre no. Alla fine ce l’avranno probabilmente tutti.

Ma le casse dei Sestieri, senza il contributo fisso annuale di 20.000 euro, da sole non ce la possono fare per fare fronte alle cosiddette spese fisse e, soprattutto, per onorare i contratti dei cavalieri. I quali, anche se non gareggiano, i cavalli li hanno preparati affrontando spese non proprio irrisorie.


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