di Andrea Ferretti
I Sestieri della Quintana si rimboccano le maniche. Lo fanno per abitudine e anche per tradizione, con una risposta forte e chiara a un 2020 che verrà ricordato come “l’anno senza Giostre”. Salvo poi aggiungere che “le Giostre non si fecero non per mancanza di denaro o per il capriccio di qualche politico di turno, ma per il Coronavirus che in Italia cancellò una piccola città, ovvero quasi 35.000 persone”.
Dopo le iniziative di Porta Tufilla, che ha calendarizzato una serie di cene per accogliere soci e simpatizzanti iscritti al proprio al proprio albo nel piazzale antistante la sede a Campo Parignano, non se ne stanno con le mani in mano gli altri Sestieri.
In attesa che decollino Piazzarola, Porta Maggiore e Porta Romana, ecco che Porta Solestà e Sant’Emidio hanno già attrezzato le rispettive taverne, ovviamente nel massimo rispetto delle norme igienico-sanitarie.
Anche nella “Taverna del Sole” di Porta Solestà di via De Berardinis, primo venerdì di apertura fissato per il 3 luglio. I cuochi di Sestiere hanno già preparato i menù a tema. Obbligatoria, anche per motivi di… spazio, la prenotazione al 320.4395433 -393.7197890.
Nella Taverna rossoverde di Sant’Emidio in rua Sgariglia, serate a tema in concomitanza con le partite dell’Ascoli Calcio, con la collaborazione di professionisti del settore gourmet: 4 luglio cena in onore delle gare, 11 luglio cena “Sognando la Quintana”, 12 luglio pranzo, 24 luglio cena in collaborazione con la “Pizzeria Bruno”, 25 luglio cena del Ponte, con “pittura di una tela che verrà poi esposta al Sestiere”, 1 agosto cena “Sognando la Quintana”, 2 agosto “pranzo della Quintana”, 5 agosto “cena di Sant’Emidio”.
LE INCOGNITE – L’ambiente quintanaro spera che il primo weekend di luglio sia anche l’ultimo di dubbi e incertezze sullo svolgimento, o annullamento, della Quintana del 4 ottobre. Nonostante manchino ancora tre mesi, probabilmente – come avvenuto con il definitivo rinvio di quella del 2 agosto – anche in questo caso le difficoltà sono di gran lunga superiori alle condizioni affinchè si svolga in maniera decente. Senza il rischio, insomma, di rovinare una tradizione con quella che potrebbe poi essere ricordata come“la Quintana che venne fatta per forza”.
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