di Luca Capponi
«Basta con le false promesse, le sentiamo ormai da quattro anni, il centro Italia terremotato grida vendetta e non ha intenzione di mollare». Non si placa la levata di scudi contro il Decreto Rilancio, ma soprattutto contro le indiscrezioni che danno per bocciati gli emendamenti utili a sbloccare la ricostruzione nelle zone colpite violentemente dal sisma del 24 agosto 2016 e dalle scosse successive. Ad intervenire duro è Michele Franchi, vicesindaco del comune più martoriato del Piceno, quella Arquata tra i tanti problemi ancora deve vedere rimuovere parte delle macerie.
Proprio da Arquata si sono immediatamente alzate grida di protesta contro l’apparente presunta indifferenza del Governo davanti ad una situazione ormai sotto gli occhi di tutti quanto a immobilismo.
«Siamo arrabbiati, speriamo vivamente che si faccia qualcosa in più, ci sono ancora alcuni giorni di tempo per cambiare le cose prima che diventi tutto definitivo -continua Franchi-. Chiediamo a gran voce che si ascoltino questi territori ma soprattutto che si smetta definitivamente con false promesse; le sentiamo da 4 anni, sono passati tanti governi, ed ora è veramente il caso che si intervenga veramente. Abbiamo bisogno di risposte e certezze, non ne facciamo una questione politica: vogliamo che le richieste dei sindaci vengano accolte nel Decreto Rilancio».
Di sicuro da qui a poco la battaglia sarà a tutto campo. «C’è ancora qualche giorno di tempo, ci faremo sentire, ma dico a tutti gli amministratori dei comuni del cratere ed alle associazioni di andare avanti uniti -prosegue-. Sono sicuro che anche il commissario Legnini sarà al nostro fianco. A proposito: ribadisco l’ottima impressione su di lui, una figura come la sua merita più poteri, non può fare proposte e poi trovaresele bocciate come sta accadendo adesso».
Franchi, poi, torna su un argomento già dibattuto. «Occorre cominciare a differenziare i crateri, c’è gente che ha subito danni e comuni invece che hanno preso solo un “raffreddore” -puntualizza-. Non è guerra tra poveri, ma qui c’è bisogno di decidere veramente su alcune zone che devono essere ricostruite per intero. L’alternativa è che vengano lasciate al proprio destino vista l’esiguità di “numeri” e persone che ci vivono e del conseguente scarso peso elettorale; noi non lo permetteremo, ci faremo sentire e siamo pronti ad aiutare e proporre, c’è ancora la possibilità di cambiare e non ce la faremo scappare».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati