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Covid, due nuovi positivi nel Piceno
Angelini (direttore del Sisp):
«Livello di allerta di nuovo al massimo»

EMERGENZA CORONAVIRUS - Sono due bangladesi tornati a San Benedetto il 17 giugno, con un volo diretto Dacca-Roma, sul quale sono stati confermati 8 casi. La notifica che 3 persone dirette nel Piceno erano su quell'aereo è arrivata il 5 luglio al Sisp che ha fatto fare loro il tampone immediatamente. I coniugi, che non si sono autodenunciati, hanno assicurato di essersi messi da soli in isolamento
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Il dottor Claudio Angelini

di Maria Nerina Galiè

La notizia che nel Piceno oggi, 8 luglio, ci sono due nuovi positivi è arrivata come una doccia fredda.

Era dal 16 maggio, cioè quasi due mesi (!) che i casi erano fermi a 290 dall’inizio della pandemia. Il 13 giugno la provincia è stata dichiarata “Covid free” e due settimane dopo era guarito l’ultimo contagiato.

Il Gores annuncia ora, nel Piceno, 292 positivi e 31 persone in isolamento domiciliare (vedi tabella gialla sotto).

Dopo l‘impennata delle persone in quarantena dei primi di luglio c’era da aspettarselo? Non più di tanto per la fitta rete di controllo attivata dal Servizio igiene e sanità pubblica (Sisp) dell’Area Vasta 5 sulle persone rientrate dai Paesi che non fanno parte dell’Accordo di Shengen.

Eppure questi nuovi casi hanno preso alla sprovvista anche il direttore del Sisp, Claudio Angelini: i due positivi non erano infatti tra le persone messe in isolamento fiduciario dal Sisp nell’ultima settimana, in quanto non si sono autodenunciati, nè sono stati segnalati dal medico di famiglia o dall’autorità aeroportuale come gli altri.

Si tratta di moglie e marito, di nazionalità bangladese, residenti a San Benedetto, rientrati in Italia il  17 giugno con un volo diretto Dacca-Roma. 

Claudio Angelini: «Su quel volo sono stati conclamati 8 casi positivi al Covid. Immediatamente è scattato l’allarme internazionale che ha portato a ricostruire i nomi degli altri passeggeri, tra cui 13 diretti nelle Marche. Di questi, 3 tornavano nel Piceno. La notifica mi è arrivata il 5 luglio. Il giorno dopo ho fatto fare il test a tutti e 3. Uno negativo, gli altri due positivi».

Quindi dal 17 giugno al 5 luglio queste persone hanno circolato liberamente?

«Hanno assicurato di essersi messi da soli in isolamento e di aver adottato a casa, dove vivono altre 7 persone, tutte le precauzioni, distanziamento e mascherina».

Speriamo sia vero. Ovviamente è ripartito il contact tracing che Angelini, probabilmente, pensava fosse solo un ricordo ormai.

Sono stati individuati i contatti stretti (familiari tutti, persone con cui possono essere stati per più di 15 minuti in un luogo chiuso dal 17 giugno) e saranno sottoposti subito a tampone. Senza aspettare.

«Ho intenzione di far il test anche a tutti quelli che ci sono stati segnalati come rientrati dai Paesi extra Shengen e che avevamo già messo in quarantena. Sono circa una ventina».

I due nuovi casi non hanno sintomi, come pure i loro conviventi. L’episodio però lascia perplessi. Come mai queste persone sono sfuggite al controllo dei protocolli di prevenzione?

«Avrebbero dovuto fare l’autocertificazione. La segnalazione non è così automatica. Certo, ci sarebbe qualcosa da rivedere nel sistema. In ogni caso, anche se non abbiamo mai abbassato la guardia, adesso si torna ai livelli di massima allerta in Area Vasta 5, a cominciare dagli accessi alle strutture sanitarie. E sarebbe bene che anche i cittadini continuassero a seguire tutte le restrizioni previste per le norme anti Covid».

Nelle Marche, nelle ultime 24 ore, non sono stati registrati decessi (vedi tabella arancione sotto).

 

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