di Maria Nerina Galiè
Piove, oggi 24 luglio. Una bella notizia sul fronte della grave crisi idrica che ha indotto la Ciip spa a decidere la strada della chiusura dei contatori in orario notturno, da lunedì 27 luglio in molti dei 59 Comuni che gestisce.
Non basteranno infatti quattro gocce a risolvere il problema.
Il presidente Giacinto Alati e il direttore generale Gianni Celani speravano oggi in un’altra pioggia.
Quella dell’interconnessione all’acquedotto del Pescara dei 100 litri al secondo d’acqua captata dai due nuovi pozzi realizzati a Capodacqua, a monte della sorgente principale.
Stamattina c’è stato il sopralluogo della Protezione civile delle Marche, dalla quale si sperava in una deroga a quello che altrimenti sarebbe un lungo percorso autorizzativo.
Ma l’autorizzazione non è arrivata.
O almeno non immediata.
La possibilità, nelle aspettative dei dirigenti della Ciip spa, erano due. Il via subito, motivato dall’emergenza in corso e basata sul fatto che gli impianti sono pronti e le analisi della risorsa idrica effettuate. Si temeva però anche un no ed un rinvio alla procedura ordinaria: almeno 6 mesi. Troppi.
E’ invece arrivato un “ni” da David Piccinini, responsabile regionale della Protezione civile, protagonista del sopralluogo insieme con l’ingegner Massimo Tonelli, incaricato della Ciip.
«Mi rendo perfettamente conto di quanto sia impellente l’esigenza di avere 100 litri di acqua in più ora, per il territorio.
Ma le ordinanze in deroga hanno una responsabilità enorme.
In questo caso l’iter autorizzativo è davvero in una fase troppo precoce». Queste le parole dell’ingegner Piccinini, sulla via del ritorno dal sopralluogo.
E aggiunge: «Abbiamo già derogato per l’attingimento all’impianto di soccorso di Castel Trosino, per Ascoli, e di Santa Caterina a Porto Sant’Elpidio. Anche la perforazione dei pozzi di Capodacqua è avvenuta in deroga, con un notevole risparmio di tempo.
Però, per autorizzare l‘attivazione, dobbiamo necessariamente passare per la valutazione tecnica, la conferenza dei servizi e la domanda al Ministero dell’Ambiente, d’obbligo proprio perchè non passeremo attraverso la valutazione d’impatto ambientale».
«Non si attingerà dai nuovi pozzi domani, ma dopodomani – aggiunge il responsabile della Protezione civile Marche – nel senso che faremo di tutto per comprimere i tempi. La conferenza dei servizi (che vede coinvolti altri entri tra cui Asur, Arpam e la Posizione di funzione Tutela del territorio, l’ex Genio Civile, ndr) che normalmente richiederebbe tempi molto lunghi, sarà racchiusa in un unica seduta.
In due mesi conto di far ottenere l’autorizzazione all’attingimento dei due nuovi pozzi».
La sorgente di Capodacqua, 200 metri sopra a quella principale, è stata trovata nell’incessante ricerca di trovare nuove falde acquifere per sopperire alla carenza del post sisma. Gli ingegneri della Ciip stanno portando avanti questo compiti con l’Università Politecnica delle Marche.
In un primo momento si era pensato che l’acqua fosse la stessa che alimenta la sorgente di Capodacqua. Invece è emerso che non è così. Sono iniziati subito i lavori, ora conclusi, per captare 50 litri d’acqua al secondo per ciascun pozzo, quindi 100 su entrambe a fine luglio.
«Bisogna tener conto – conclude David Piccini – che l’intervento è avvenuto in una zona dove l’impatto del sisma del 2016 è stato notevole.
E devo dare atto ai tecnici del Ciip e dell’Università Politecnica che hanno fatto un opera ciclopica e nel migliore dei modi.
Oggi, durante il sopralluogo, mi sono confrontato con persone davvero preparate.
E’ stata una giornata molto proficua».
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