di Federico Ameli
La notizia era nell’aria già da qualche giorno, ma ora è arrivata anche l’ufficialità: Attivamarche e Obiettivo Salute Piceno scendono in campo a sostegno di Francesco Acquaroli, aderendo alla lista civica “Movimento per le Marche” che sosterrà il candidato di Fratelli d’Italia in vista delle elezioni del 20 e 21 settembre prossimi.
Una scelta, quella dei due comitati, motivata sulla base dell’unità di intenti che da tempo anima Attivamarche e Obiettivo Salute Piceno, ma anche dell’incompatibilità di fondo con la linea programmatica del centrosinistra marchigiano.
«Da qualche anno a questa parte – spiega Giacomo Manni, rappresentante di Attivamarche – lavoriamo in sinergia con Obiettivo Salute Piceno per contribuire insieme alla risoluzione di alcune problematiche, come la ricostruzione post-sisma, il contributo del consorzio di bonifica, i miasmi di Relluce nella Vallata e, ovviamente, la sanità locale. Questi sono solo alcuni dei temi a cui ci siamo dedicati in questi anni, per i quali ognuno di noi ha messo a disposizione le proprie competenze per il bene dei cittadini».
L’ex capogruppo del M5S in consiglio comunale passa poi in rassegna le motivazioni che hanno portato i due comitati ad aderire alla proposta politica di Acquaroli e del centrodestra e a non prendere neppure in considerazione l’idea di appoggiare la candidatura del democratico Maurizio Mangialardi.
«Confrontandoci con alcune associazioni del territorio, avevamo già in mente di presentare un progetto alternativo per la Regione ancor prima dell’avvento dell’emergenza sanitaria -continua-. Dal punto di vista politico, la maggior parte di noi nasce in opposizione alle disastrose politiche del Pd, che ha guidato la nostra regione negli ultimi anni. In questo senso, il piano socio-sanitario, pubblicato tardivamente e che in realtà altro non è che un libro di sogni, è l’esempio della politica di centrosinistra».
«Il Movimento per le Marche ci ha chiesto una mano e da parte nostra abbiamo deciso di credere in questo progetto, seguendo il filo conduttore della lotta alla malapolitica del Pd -va avanti Manni-. Non potevamo certo dialogare con Mangialardi, che rappresenta la continuità con la precedente gestione Ceriscioli, e non abbiamo visto nessun passo indietro da parte del centrosinistra sull’eventualità di presentare un candidato civico».
«Ho avuto modo di conoscere Francesco Acquaroli, che sapevo già essere un ottimo amministratore -ribadisce-. Ho apprezzato molto il suo carattere moderato, la sua pacatezza e il rispetto degli ultimi. È una persona che sa ascoltare e che dimostra un’umanità eccezionale, sono convinto che posa essere lui l’uomo giusto per portare avanti le istanze dei dimenticati dal centrosinistra a trazione Pd».
Se i modi di Acquaroli hanno fatto breccia nella coscienza politica di Manni, lo stesso non si può certo dire delle scelte politiche, a livello regionale e non solo, del Partito Democratico.
«La Pedemontana è stata abbandonata a sé stessa, così come il progetto della “ferrovia dei due mari”, a cui abbiamo contribuito in prima persona senza che il Governo e chi di dovere riuscissero a portare avanti l’opera -attacca l’ex grillino-. “Le migliori competenze” è il nostro motto, che rappresenta al meglio il nostro essere civici e la nostra volontà di mettere al servizio della cittadinanza le nostre capacità e la nostra esperienza sul campo: conosciamo e viviamo da sempre la realtà del territorio e stiamo mettendo a punto una lista di altissima qualità».
A proposito di liste, vige ancora il massimo riserbo sui quattro candidati del Piceno, i cui nomi verranno svelati direttamente ad Ancona in occasione di una seconda conferenza stampa. Lo stesso Manni e Masha Parisciani, presidente di Obiettivo Salute Piceno, hanno negato in coro la possibilità di scendere in campo in prima persona in vista delle elezioni, ribadendo la volontà, ad oggi, di lasciare spazio alle migliori voci a disposizione per rappresentare al meglio le necessità del territorio. Tuttavia, prima di concludere il suo intervento, l’ex capogruppo del M5S lascia comunque uno spiraglio aperto su un’eventuale candidatura, sintomo che evidentemente i giochi non sono ancora fatti e che sono in corso tutte le valutazioni del caso.
A prendere la parola è poi proprio Masha Parisciani, coordinatore infermieristico, che dall’alto della sua esperienza sul campo ha puntato i fari sul problema sanitario e sull’ormai annosa questione dell’ospedale unico: «Stiamo parlando di un mantra che si ripete ormai da 24 mesi e al quale abbiamo scelto di opporci, mettendoci di traverso non per un fatto personale o identificativo, ma perché siamo consapevoli dello stato dei collegamenti sul territorio e dei rischi sanitari legati alla ricostruzione».
«La recente emergenza sanitaria ha palesemente dimostrato che eravamo nel giusto: ci siamo salvati grazie alla disponibilità di due diversi nosocomi, che hanno permesso di diversificare l’assistenza -continua la Parisciani-. Quantomeno, pare che anche il Pd sia tornato sui suoi passi ritirando la proposta di costruire cinque o sei ospedali unici avanzata dalla giunta Ceriscioli, ma questa non è altro che la dimostrazione del fatto che questi soggetti non ascoltano il territorio, il che ci ha spinto a metterci in gioco».
Il programma del movimento verrà pubblicato a breve, ma non ci sono dubbi sull’obiettivo dichiarato da Obiettivo Salute Piceno e Attivamarche, che resta quello di dar vita a un modello di sanità territoriale, in grado di rispondere al meglio al fondamentale principio di prevenzione. «In questi ultimi cinque anni la sinistra ha depotenziato il territorio e la sanità, distruggendo di fatto le nostre eccellenze. Tanto per fare un esempio, con il personale in prima linea alle prese con un’emergenza sanitaria unica nel suo genere, abbiamo assistito a una serie di nomine dirigenziali a tutti i livelli».
«Non possiamo più seguire “mamma Asur”, che si limita esclusivamente a costruire piramidi di potere -attacca-. È necessario lavorare per tornare alla territorialità, che porta con sé la conoscenza dei bisogni e delle reali necessità dei cittadini».
«Bisogna mettere a punto una strategia di equilibrio tra un territorio e l’altro: per fare un esempio, non è possibile che un paziente di Martinsicuro, ricoverato in una struttura del Piceno, non abbia diritto a un’ambulanza che possa riaccompagnarlo a casa, servizio che paradossalmente l’Area Vasta fornisce senza alcun problema a un pesarese o a un anconetano -conclude Parisciani-. È evidente come serva al più presto un protocollo gestionale sul territorio».
Tornando sull’argomento, Manni invoca un radicale cambiamento nell’organizzazione sanitaria regionale, a partire dalla cancellazione della legge 13 del 20 giugno 2003: «Ogni provincia deve avere il pieno controllo sul territorio di competenza e allo stesso tempo ai sindaci deve essere data la possibilità di intervenire concretamente, con tutte le responsabilità del caso. Un altro passaggio fondamentale è quello che riguarda l’informatizzazione e la digitalizzazione delle cartelle sanitarie.
«L’area interna piceno-maceratese deve essere oggetto di un’importante processo di ricostruzione, che però rappresenta il settore più esposto a rischi dal punto di vista sanitario -precisa-. C’è bisogno di un radicale cambiamento che possa mettere fine all’egemonia del Pd, la cui più grande sconfitta è rappresentata dal piano sanitario della giunta Spacca che ha istituito l’azienda ospedaliera Marche Sud, estremamente vincolata ad Ancona».
In un clima politico decisamente instabile, non può non far rumore la scelta di due ex militanti di spicco del Movimento 5 Stelle di schierarsi con il centrodestra. Una decisione che, come ammesso anche dai diretti interessati, sarebbe stata del tutto inaspettata fino a qualche anno fa, ma che costituisce l’ultima tappa della riflessione politica di Manni e Parisciani, decisi a puntare sulle competenze e sui valori umani anziché rimanere ancorati a una qualche ideologia politica.
«Crediamo nel progetto – dichiarano i due ex M5S – e nella persona di Acquaroli, alla ricerca di un valore aggiunto per la Regione. Purtroppo, dopo l’alleanza con il Pd sono venuti meno i presupposti per un nostro coinvolgimento politico con il Movimento; inoltre, non abbiamo apprezzato la gestione delle aree terremotate, con la nomina del commissario Farabollini che è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso».
«Abbiamo ancora molti amici all’interno del Movimento, ma abbiamo deciso di voltare pagina: è stata un’esperienza bella dal punto di vista umano, meno dal punto di vista politico, ma che comunque non rinneghiamo», puntualizzano ancora Manni e Parisciani.
Altro tema caro al Movimento per le Marche è quella della gestione delle emergenze, processo all’interno del quale la Protezione Civile gioco un ruolo determinante. A questo proposito Umberto Cuccioloni, ex presidente del Centro Servizi per il Volontariato, ha voluto dire la sua in collegamento telefonico.
«Da quarant’anni mi dedico alla Protezione Civile, sia per quanto riguarda il volontariato che per la parte relativa alla formazione -dichiara-. Devo dire che, a livello regionale, la situazione non è certo delle migliori: versiamo in uno stato di abbandono di cui ci siamo resi conto a nostre spese nel corso delle emergenze legate al terremoto e alla diffusione del Coronavirus.
«Purtroppo, certi ambiti della Protezione Civile non prevedono la meritocrazia, con elementi esperti e di assoluto valore che non riescono a trovare spazio -dice Cuccioloni-. Il decadimento è ben visibile anche a livello provinciale: ad Ascoli abbiamo una sala operativa integrata che era stata definita come il fiore all’occhiello del Centro Italia e che ora è poco più che uno scatolone vuoto, utilizzato da impiegati della Regione che con la Protezione Civile hanno poco o nulla a che fare».
«Non si fanno più studi, corsi, formazione e monitoraggio, il che comporta un aumento dei rischi in caso di emergenza -conclude-. Quella del Movimento per le Marche è una realtà che non conoscevo, ma che mi auguro possa essere di buon auspicio per cambiare direzione. Abbiamo avuto poca considerazione dai partiti che si sono avvicendati in Regione, spero che le elezioni di settembre possano rappresentare un momento di passaggio».
Insomma, di lavoro da fare sembra essercene parecchio, ma in attesa dell’ufficializzazione della lista il Movimento per le Marche, almeno nelle intenzioni, si dichiara pronto a scendere in campo nel nome della sanità e dei diritti del territorio.
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