di Renato Pierantozzi
Uno sguardo all’America, di cui è uno dei più grandi studiosi, e uno all’Italia tra i timori per la rielezione di Trump, le conseguenze della pandemia e i risvolti sulla politica italiana alle prese con il referendum per il taglio dei parlamentari e l’emergenza migranti. Il professor Massimo Teodori, dal suo ritiro estivo di Force dove è nato, si confessa a Cronache Picene in attesa della presentazione, martedì sera nella piazzetta del belvedere forcese (leggi l’articolo), del suo nuovo libro “Il Genio americano“.
Professor Teodori, perché secondo lei l’eventuale rielezione di Trump è da scongiurare?
«Trump ha rappresentato una rottura con la tradizione democratico-liberale degli Stati Uniti , sia quella dell’ala riformatrice rappresentata, soprattutto ma non solo, dal partito Democratico, sia con quella conservatrice espressa dal partito Repubblicano. La critica che da più parti è stata rivolta a Trump è di avere diviso radicalmente la società anche lungo linee razziali – i bianchi contro i neri – , di avere abusato del potere presidenziale travalicando i canoni costituzionali che sono fondati su “pesi e contrappesi” tra le diverse istituzioni, e di avere governato secondo i propri capricci di un megalomane narcisistico.
Quest’ultima osservazione è stata di recente espressa dal libro della nipote psicologa Mary L. Trump “Troppo e mai abbastanza“. Come la mia famiglia ha creato l’uomo più pericoloso del mondo” che ha venduto oltre un milione di copie in pochi giorni».
“Il Genio americano” prevarrà sul virus e la forza del potere trumpiano?
«“Il Genio americano” nella mia interpretazione, argomentata nel mio ultimo libro che si chiama appunto “Il Genio Americano”, è quella struttura di base data dalla Costituzione presidenzialistica e federale del 1790 tuttora in vigore completata dal Bill of Rights che tutela i diritti e le libertà dei cittadini, e dal sistema elettorale che ogni 4 anni elegge il Presidente senza possibilità di deroghe, spostamenti, o trucchi di ogni genere. Una elezione che è andata avanti bene sempre eguale a sé stessa da 230 anni».
Che ne pensa dell’ultima “guerra” digitale inaugurata dall’attuale presidente nei confronti di social media come Tik Tok?
«Non c’è dubbio che oggi l’antagonista della potenza egemone statunitense è la Cina che gioca su tutti i terreni a cominciare da quello informatico. Trump fa bene a difendersi anche sul terreno dell’espansione dei programmi che possono divenire uno strumento di penetrazione in giro nei continenti. Ma è strumentale da parte del Presidente indicare oggi la Cina come il nemico che assedia alle porte l’America a cui bisogna contrapporre un uomo forte, cioè sé stesso.
Il preteso uomo forte in realtà ha fallito di fronte alla pandemia, non ha seguito le indicazioni di esperti come Antony Fauci, ha pensato di cavarsela definendo il “virus” “cinese”, così facilitando la sua indiscriminata espansione con centinaia di migliaia di vittime soprattutto tra la povera gente di colore che non può accedere alla sanità».
Virus e pandemia, l’Italia ha reagito meglio del resto del mondo?
«E’ sempre difficile in un evento straordinario, nuovo, sconosciuto e terribile come il Covid-19 giudicare cosa è meglio e cosa e peggio. Gran parte delle misure di sicurezza rispettate dagli italiani sono state un buon indice di comportamento sociale di tutti gli italiani. Ma l’altalena delle indicazioni spesso in contrasto tra il centro e le regioni non è stato positivo, ed oggi cominciamo a conoscere quelle verità di comportamenti errati che sono stati tenuti nascosti».
A settembre si voterà per il referendum sul taglio dei parlamentari, è d’accordo anche lei nella riduzione degli eletti alla Camera e al Senato?
«No, il taglio dei parlamentari è una misura demagogica dettata dall’antiparlamentarismo dei Cinque Stelle , senza alcun significato politico e istituzionale che provocherà una grave distorsione della rappresentanza territoriale e del pluralismo politico».
Non si rischia di “tagliare” un pezzo di democrazia?
«Sì, è proprio così. C’è da meravigliarsi che quasi tutte le forze politiche, a cominciare dal PD, si siano accodate a questa iniziativa insensata per paura di essere considerate impopolari. Ma se si tratta di risparmiare nella rappresentanza (ridicolo), perché non aboliamo l’intero parlamento affidando tutto ai casaleggio di turno?».
Dal suo “ritiro estivo” nel Piceno come vede l’attuale scenario politico dominato dalla paura del virus, ma anche del “diverso” con le polemiche sugli sbarchi degli immigrati?
«Non bisogna avere paura – anche da parte di chi è anti-populista e anti-nazionalista ed è fedele ai valori democratici e liberali della società aperta – di affermare che l’Italia non può accettare passivamente di divenire lo scarico della valanga umana che viene dall’Africa e che sarà sempre più numerosa. La questione, certo, non è facile né risolvibile con battute ideologiche – tutto chiuso o tutto aperto – Un governo serio – cosa che quello Conte non è – dovrebbe cercare di stabilire delle regole negoziando con i paesi rivieraschi mediterranei insieme al resto dell’Europa».
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