Da parte della Lega di Ascoli è il giorno degli attacchi al Pd sul fronte Sanità. Anche Andrea Antonini, commissario provinciale del partito di Matteo Salvini e candidato per il Piceno alle regionali del 20 e 21 settembre, si scaglia contro l’operato della giunta regionale uscente guidata dal presidente Luca Ceriscioli.
«Sull’ospedale unico la sinistra sta tentando una ridicola retromarcia. Ma è ormai troppo tardi. Ha fatto un pasticcio – dice l’ex assessore alla cultura e turismo del Comune e della Provincia di Ascoli – in questi anni, pur con tanta confusione e imbarazzo – afferma Andrea Antonini – il Pd regionale ha deciso per una struttura sanitaria unica nel Piceno, una proposta che ridurrebbe i nosocomi di Ascoli e San Benedetto a dei meri dormitori. Una posizione scellerata le cui negative conseguenze, già immaginabili, si sono rese ancor più tangibili durante l’emergenza Covid-19 in cui è stato palesemente dimostrato che se avessimo avuto solo un ospedale la gestione della pandemia avrebbe avuto ricadute disastrose sul territorio».
Il candidato della Lega fa riferimento alle recenti dichiarazioni del Pd in occasione della Festa dell’Unità a San Benedetto. «Su un tema delicato come la Sanità – sottolinea – la sinistra è in grossa difficoltà. Ecco perché fanno sorridere le frasi della vice presidente Anna Casini e degli altri candidati che ora, in piena campagna elettorale, mettono in discussione proprio il progetto dell’ospedale unico. Una ridicola retromarcia politica, contraddittoria e incoerente, utile solo a recuperare a fini di propaganda qualche voto tra gli ultimi adepti. Al contrario, la posizione del sottoscritto e della Lega è sempre la stessa: difendere i nostri ospedali dallo smantellamento, cercare al contrario di potenziarli per garantire un’offerta sanitaria dignitosa e vicina ai cittadini».
«Questo dietrofront – conclude Antonini – dimostra ancora una volta come a settembre il Piceno abbia bisogno di puntare su una proposta seria, coesa e trasparente verso la gente, dimenticando chi in questi anni ha giocato e ancora gioca con i veri problemi di un territorio abbandonato a se stesso».
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