di Maria Nerina Galiè
Stasera, lunedì 17 agosto, sono emersi 5 nuovi positivi al Coronavirus nel Piceno e tutti di 20 anni.
Sono un ragazzo di San Benedetto, uno di Maltignano e 3 di Ascoli che così arriva a contare quota 15.
Nel Piceno il numero totale è salito a 58.
Tra tanti segni “più”, anche uno “meno”: è guarita la bangladese incinta, contagiata dalla coppia rientrata a San Benedetto il 17 giugno (leggi qui). Risultata negativa al secondo tampone del percorso guariti.
E’ preoccupato il dottor Claudio Angelini, direttore del servizio Igiene e Sanità pubblica, dell’Area Vasta 5.
«Sono tutti casi collegati agli altri giovani, conclamati positivi nei giorni scorsi (leggi qui), trovati con il tracciamento dei contatti.
I numeri cambiano rapidamente ed è difficile dire quale sia il caso indice preciso.
Ma sono tutti riconducibili agli ambienti della movida».
«Necessaria e auspicata da giorni», per il direttore del Sisp, la chiusura delle discoteche e l’obbligo delle mascherine dalle 18 alle 6 (leggi qui).
«Ma non è abbastanza. Occorrono controlli serrati da parte delle forze dell’ordine e, sopratutto, sanzioni.
Il lockdown è stato efficace perchè chi veniva trovato in giro senza giustificato motivo veniva sanzionato.
Non possiamo lasciare una tale responsabilità a chi ha dimostrato fino ad ora di non avere la percezione del rischio.
I ragazzi pensano di essere immuni.
Ma non lo sono, come abbiamo visto.
Hanno sintomi lievi, quindi non hanno paura.
Ma possono contagiare persone fragili, anziani, immunodepressi.
Per queste categorie la malattia potrebbe avere esiti ben diversi e che conosciamo bene».
Movida, ma anche vacanze le principali imputate.
«Il 30 % delle persone che tornano da Spagna, Croazia, Grecia e Malta stanno risultando positive (leggi qui).
Solo per domani (18 agosto, ndr) abbiamo ne abbiamo convocate altre 70 per il tampone.
Tenendo conto che l’indice di contagiosità del virus è ora pari a 2 e la crescita è esponenziale, rischiamo di tornare da capo».
E fa l’esempio della pensionata di Monteprandone, trovata positiva dopo essere stata sottoposta a tampone su segnalazione della guardia medica, a cui si era rivolta per sintomi sospetti.
A seguito del contact tracing sono stati individuati altri 8 casi, tra cui due bambini di 3 e 4 anni.
Non è detto che sia la signora il caso indice. Lei potrebbe essere stato invece il contatto di qualcuno dei suoi familiari che era già contagiato ma non lo sapeva.
C’è la possibilità che si debba ricorrere ad un altro lockdown?
«Certo che si.
Ora siamo più preparati, è vero.
Il rapido tracciamento dei contatti, fondamentale per isolare i potenziali contagiati tra i contatti stretti, è ormai consolidato.
Il controllo giornaliero dei positivi, tutti a casa, ci permette di ridurre la richiesta di ospedalizzazione e di conseguenza il ricorso alla terapia intensiva.
Poi adesso abbiamo i farmaci.
Ma la molla a forza di caricarsi finirà con l’esplodere.
E’ questo l’effetto Covid».
Nel frattempo al Sisp, «il personale non va in ferie da 7 mesi – sottolinea Angelini – se non uno alla volta e per pochissimi giorni.
Dobbiamo tenere la guardia altissima sul fronte Covid, ma anche portare avanti l’ordinaria amministrazione, come le vaccinazioni».
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