di Renato Pierantozzi
Ascolana, 60 anni, madre di Gian Mario, architetto, vice presidente uscente della giunta Regionale guidata da Luca Ceriscioli. Anna Casini cerca la riconferma ad Ancona («per completare il lavoro fatto») dopo il boom di 5 anni fa quando collezionò nel collegio piceno 7.506 preferenze (più votata di tutte le Marche) e dopo un mandato vissuto con due catastrofi senza precedenti come il sisma del 2016 e la pandemia da Covid-19.
Vice presidente Casini, quali sono i suoi irrinunciabili valori etici e politici di riferimento?
«Il valore dell’uguaglianza: tutti e tutte dovrebbero essere messi nelle migliori condizioni economiche, culturali e sociali per dare pieno sviluppo alle proprie vite e a quelle dei propri figli».
I principali impegni programmatici per il Piceno sui quali intende concentrare la sua attività in Regione? Ha già in mente una proposta di legge specifica per migliorare la qualità della vita nella Provincia di Ascoli?
«Io sono qui per completare il lavoro iniziato. Utilizzare i fondi rinegoziati per l’area di crisi del Piceno e di conseguenza nuovi posti di lavoro, una sanità territoriale diffusa prendendo il modello che abbiamo realizzato ad Arquata grazie a Italo Paolini, gli infermieri di comunità e le unità mobili di assistenza, vedere terminati i lavori della ciclovia del tronto e del collegamento con l’ Abruzzo, il progetto esecutivo dell’ ultimo tratto della Salaria e continuare a dare aiuto ai giovani agricoltori per aumentare la competitività delle loro azienze. Penso che dopo il Covid ci sia bisogno di un patto sociale del Piceno con il coinvolgimento di tutti gli attori del sociale per non lasciare indietro nessuno».
Il bene e il male della Giunta di centrosinistra uscente in relazione soprattutto al Piceno?
«Oggi il Piceno, grazie all’area di crisi complessa, agli enormi investimenti per l’agricoltura e per il turismo, ai finanziamenti per l’acquisto della prima casa e per le infrastrutture è una provincia meno periferica di 5 anni fa. Non possiamo non giudicare il lavoro del centrosinistra uscente senza pensare che ci sono state 4 scosse di terremoto che ci hanno costretto a un lavoro straordinario. Nessuna amministrazione regionale ha mai vissuto una simile esperienza nella storia del Paese. Probabilmente avremmo dovuto di più battere i pugni e cercare “trovate” eclatanti per farci ascoltare dal governo invece di ricondurre le discussioni e le richieste sempre e unicamente nelle sedi istituzionali».
Cosa cambierebbe nella politica economica e culturale della Regione?
«Tre parole: competenze, connessioni e qualità. Competenze per migliorare l’offerta e renderla ancora più moderna e internazionale. Connessioni per immaginare la regione come un territorio fluido economicamente, culturalmente e socialmente e non frazionato come una serie di camere stagne campaniliste. Qualità in tutte le sue declinazioni dai servizi alle produzioni. Oggi rispetto a 5 anni fa abbiamo milioni e milioni di euro dall’Unione Europea con cui si può fare un enorme passo in avanti, dalla sanità alle infrastrutture, dal turismo al lavoro, continuando a costruire sulle solide fondamenta realizzate in questi anni».
In questa tornata elettorale ci sono stati vari cambi di casacca. Come giudica in generale chi passa da una squadra all’altra? Evoluzione o opportunismo?
«Non mi piace dare giudizi sugli altri schieramenti, credo che ogni elettore abbia gli strumenti per giudicare la carriera politica dei diversi candidati. Avendo nella mia vita svolto solo il ruolo di consigliere comunale di opposizione per 5 anni e quello di Vicepresidente forse non ho l’esperienza per giudicare i cambi di casacca o quelli di ruolo che si fanno per poter continuare a vivere di politica».
Ritiene che la Provincia di Ascoli sia ancora penalizzata rispetto ad altri territori delle Marche? Cosa promette in particolare al suo territorio?
«La Provincia di Ascoli Piceno negli ultimi anni ha recuperato molte posizioni. Basta pensare che è in questi 5 anni il nostro territorio è quello che ha ricevuto maggiori investimenti pro-capite dalla Regione. Bisogna insistere sul percorso intrapreso continuando a far crescere il tessuto industriale e agricolo e a migliorare le infrastrutture con la realizzazione terza corsia e del collegamento con l’ A24 per Roma e la ferrovia dei due mari, opere che abbiamo inserito nei nostri programmi e che abbiamo già richiesto ufficialmente alla ministra De Micheli».
Qual è la sua ricetta per la sanità picena e marchigiana?
«Continuare a investire sugli ospedali di San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno e aumentare la dotazione tecnologica per migliorare la sanità di prossimità. Nonostante quello che faziosamente si dica, continuo a essere del parere che serva un terzo polo che possa ospitare eccellenze tecnologiche e di personale che le strutture attuali (inaugurate 40 anni fa) non potrebbero assorbire. C’è chi ha inventato il termine “Ospedale Unico”, io dico “Ospedale in più” e territorio».
Come è stata gestita dal presidente uscente Luca Ceriscioli l’emergenza sanitaria per il Covid 19 nelle Marche?
«Credo che non serva il mio parere: gli eventi hanno dimostrato quanto il presidente Ceriscioli avesse capito molto meglio del Governo la portata della pandemia e soprattutto individuato gli strumenti per contenerla prima e superarla poi. Credo che la differenza con la Lombardia sia emblematica della suo buon operato»
Da vice presidente uscente ha dovuto affrontare prima l’emergenza sisma e poi quella Covid. In assenza di tali calamità su quali progetti avrebbe dedicato il suo impegno? Ha qualche rimpianto e qualche cosa di cui va particolarmente orgogliosa invece?
«Come ho detto prima sfido a trovare un’amministrazione costretta ad affrontare simili catastrofi non programmabili e straordinarie. Chi oggi evidenzia manchevolezze, non è mai stato in prima fila come noi, come me. Il mio programma elettorale è stato realizzato in circa due anni e mezzo, purtroppo invece di continuare a costruire con serenità sulle fondamenta create e migliorare quanto fatto, siamo stati costretti e inseguire e risolvere i tanti problemi creati dalle emergenza. Nonostante questo è stato portato a termine quanto programmato sulle infrastrutture e utilizzati in tempi brevi i 10 milioni già rinegoziati per altri investimenti nell’area di crisi. Sono particolarmente soddisfatta di aver rimesso le esigenze della nostra Provincia al centro delle scelte della Giunta regionale. Temo che chi dice il contrario o è stato poco attento o fa solo banale speculazione»
Con quanti punti di vantaggio vincerà la sua coalizione? Per il candidato presidente del centrodestra Francesco Acquaroli può essere un handicap la partecipazione alla famosa cena fascista di Acquasanta ? Faccia un pronostico per la suddivisione dei 4 posti a disposizione nel Piceno
«Non ho la sfera di cristallo e non amo i pronostici. Anche sulla famosa cena di Acquasanta purtroppo c’è poco da commentare. Dobbiamo tornare a indignarci per chi rievoca una dittatura e poi gira in Comuni di cui non si è mai interessato sciorinando slogan e critiche senza una proposta che sia realizzabile»
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