«Acquaroli cambia ventriloquo, ma non il risultato. Il silenzio assordante del candidato dell”estrema destra su ogni questione politico-programmatica riguardante le Marche continua a essere sottolineato dalle copiose e scomposte esternazioni di dirigenti nazionali catapultati nella nostra regione da Salvini e Meloni».
Esordisce così Maurizio Mangialardi, candidato presidente regionale per la coalizione di centrosinistra, nel rispondere alle accuse mosse nella giornata di ieri dall’onorevole Riccardo Augusto Marchetti, commissario regionale del Carroccio per le Marche, che appena ventiquattro ore fa aveva attaccato Mangialardi e il suo partito per la direzione intrapresa nelle ultime legislature.
«I soldi non fanno di Mangialardi un governatore per le Marche – sosteneva Marchetti, commentando l’incontro tra l’attuale sindaco di Senigallia e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri -, decenni di immobilismo e di errori del Pd non hanno prezzo. Il Pd di Mangialardi ha fallito nella normale amministrazione: che garanzie può dare su quella straordinaria?
Dicendo di voler fare “una vertenza per le Marche”, il candidato della sinistra va dritto a schiantarsi contro sé stesso. È il Pd che governa la Regione da decenni e non basta un ministro per cancellare questa macchia».
La replica dell’aspirante governatore non si è fatta attendere. «Marchetti è rimasto evidentemente spiazzato dal programma concreto e articolato per il futuro delle Marche che ho avuto l”onore di presentare l’altro ieri a Osimo insieme al ministro Gualtieri» dichiara Mangialardi.
«Peccato che tra banali e scialbi attacchi al Pd e al centrosinistra, malcelate offese al sottoscritto e soprattutto lampanti dimostrazioni di non aver compreso nulla di cosa sia e di come funzioni il Recovery Fund, Marchetti è riuscito a non dire nulla in termini di proposta, evidenziando in tal modo la totale mancanza di idee da parte della destra».
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