facebook rss

Regionali, Antonini (Lega):
«Legge più equa sulle case popolari
e Zona economica speciale»

L'INTERVISTA - Parla il candidato consigliere del Carroccio: «Ceriscioli si è ben comportato nella gestione iniziale del Covid, salvo poi perdersi. Nei restanti 4 anni legislatura insufficiente. La ricostruzione è ferma. Nel Piceno manca un sito di stoccaggio che diminuirebbe costi e tempi per il trasporto delle macerie. Cultura: i fondi si fermano a Macerata. Voglio un coro lirico regionale»
...

La scheda

Nome: Andrea Maria Antonini.

Età: 48 anni.

Residenza: Ascoli Piceno, via XX settembre.

Titolo di studio: Laurea in Conservazione dei Beni Culturali.

Professione: Libero professionista.

Passioni: lettura, arte, natura, montagna.

Andrea Antonini

Attività politico-amministrativa. Eletto nel 1995 al Comune di Ascoli nelle file di An ricoprendo la carica di presidente del Consiglio comunale (tutt’ora il più giovane della storia d’Italia).

Nel 1999 diventa assessore comunale alla cultura e al turismo del capoluogo piceno. In questi anni fonda, diventandone il primo presidente, il Coro Lirico Teatro Ventidio Basso. Nelle elezioni comunali del 2004, per la terza volta consecutiva, è il più preferenziato della lista di An e viene nominato vicesindaco.

Nel 2009 si trasferisce in Provincia dove diventa assessore alla cultura, ambiente e pubblica istruzione. Sono gli anni in cui crea due celebri iniziative come il Cammino Francescano della Marca e il Festival dell’Appennino.

Nel 2015 entra in Lega dove rifonda la locale sezione contribuendo in maniera determinante alla sua ascesa. Nel 2017 viene nominato commissario della Provincia di Ascoli per il partito di Matteo Salvini. Sotto la sua guida, nel Piceno, il movimento guadagna 2 punti sopra la media nazionale nelle Europee del 2019 mentre passa da pochi iscritti a quasi 800 in soli due anni: questo impegno viene premiato con la nomina a r0esponsabile regionale degli enti locali.

di Franco De Marco

Andrea Antonini è l’uomo di punta della Lega nella Circoscrizione di Ascoli. Fino all’ultimo è stato in corsa per essere candidato sindaco del centrodestra alle comunali dell’anno scorso. Poi la nomination toccò a Fratelli d’Italia con Marco Fioravanti. Lui si è fatto da parte con spirito di servizio spostando le ambizioni sulla Regione. Per lui, in caso di vittoria del centrodestra, ci dovrebbe essere un posto di assessore (alla cultura vista la sua esperienza?). Ecco come si racconta a “Cronache Picene”. Domenica 30 agosto, alle 19, Andrea Antonini inaugura la sua sede elettorale di Ascoli in via Cino Del Duca 1. Partecipano gli onorevoli Giorgia Latini e Riccardo Marchetti e il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti.

Perché si candida a consigliere della Regione Marche per la Lega? Quali sono i suoi irrinunciabili valori di riferimento?

«Amo infinitamente il nostro territorio e provo un grande dispiacere nel vederlo ridotto così in abbandono. Anche per questo non rinuncio mai a principi per me fondamentali non solo nell’attività politica ma anche nella vita: primo fra tutti la coerenza delle proprie idee, quindi la passione quotidiana nel dedicarmi ai problemi della comunità e la serietà nell’inseguire unicamente l’interesse di tutti».

Il candidato del centrodestra Acquaroli

I principali impegni programmatici per il Piceno sui quali intende concentrare la sua attività in Regione? Ha già in mente una proposta di legge specifica per migliorare la qualità della vita dei Piceni e dei marchigiani? Le sue idee su Europa e immigrazione.

«La qualità di vita si migliora partendo dalle fasce più deboli: tra le mie proposte c’è la modifica della legge regionale n. 36 sulle case popolari per dare finalmente più equità alla legge: inserimento di requisiti per i richiedenti come l’assenza di condanne penali in specifici reati, maggiori controlli preventivi e periodici sulle dichiarazioni patrimoniali e accesso a categorie speciali come genitori separati.

Una misura economica per la quale mi batterò sarà, quindi, l’istituzione tramite la Ue, della Zona Economica Speciale. Si è visto che la Zona Franca Urbana non è sufficiente. Al suo contrario una Zes interverrebbe su un territorio più vasto e a lungo termine: zero imposte e investimenti mirati per almeno due lustri per attrarre capitali e partner ponendo fine ad una stagione di bonus contraddittori e sterili. Quindi migliorare l’accessibilità nel Piceno: terza corsia A14, Ferrovia dei due Mari e un collegamento ferroviario tra il capoluogo e l’unico aeroporto regionale.

Antonini col regista Giuseppe Piccioni

L’Europa è una grande risorsa per le Regioni per i tanti finanziamenti. Ma come istituzione deve cambiare: sì ad un’Europa dei popoli e non della burocrazia, delle élite tecnocratiche e dei banchieri. Il fenomeno migratorio, e ci tengo a specificare, non gli immigrati, è un problema che Governo e la stessa Ue hanno dimostrato di non saper o voler gestire: soprattutto se si nasconde la testa sotto la sabbia dimenticando che dietro c’è un business di chi è pronto a sfruttare in combutta con gli scafisti chi è in difficoltà».

Il bene e il male della Giunta di centrosinistra uscente.

«Ceriscioli si è ben comportato nella gestione iniziale del Covid, andando anche contro decisioni discutibili del Governo del suo stesso partito, salvo poi perdersi anche lui. Nei restanti quattro anni, invece, è stata una legislatura insufficiente su vari fronti. Lo dicono i dati: siamo la seconda regione d’Italia come saldo tra imprese nate e cessate, mentre la ricostruzione è così ferma che solo il 15% delle macerie è stato tolto, oltretutto con spreco di risorse pubbliche: nel Piceno manca un sito di stoccaggio locale che diminuirebbe costi e tempi per il trasporto delle macerie.

Infine, bisogna cambiare l’assegnazione dei finanziamenti: basta contributi a pioggia a breve termine, dati sempre agli stessi o a chi si improvvisa imprenditore, e dimenticando, come nell’agricoltura, ha accresciuto l’economia locale. Un giudizio sulla giunta uscente, però, lo dà lo stesso centrosinistra: la mancata ricandidatura del suo Governatore sottolinea che più di qualcosa anche per loro è andato storto».

Lei che ha un importante passato nella Destra ascolana, come si sente ad avere nella sua lista una candidata che è stata del Pd?

«Il partito ha fatto delle scelte che non spetta a me discutere. Io penso a perseguire l’interesse della squadra e soprattutto dei marchigiani che vengono prima di tutto».

Il governatore uscente Ceriscioli

Anche in base al suo ruolo di assessore comunale e provinciale alla cultura, cosa cambierebbe nella politica culturale della Regione? E che cosa proporrebbe per dare identità e visibilità al Piceno anche in chiave di promozione turistica?

«Le Marche non hanno nulla da invidiare a tante altre regioni come patrimonio artistico e culturale ma è poco conosciuta. Occorre una promozione maggiore e, soprattutto, di sistema, in grado di coinvolgere le associazioni e imprese culturali e turistiche del territorio. Bisogna fare squadra fra le unicità di ogni territorio a partire proprio dal Piceno, la sola terra che in venti minuti sa offrirti mare e montagna di qualità. Eppure, se si esclude la Quintana, tutti i maggiori finanziamenti per la cultura si fermano a Macerata. Da fondatore nel 2001 del Coro Ventidio Basso è mia intenzione, inoltre, istituire il Coro Lirico Regionale».

Ritiene che la Provincia di Ascoli sia stata penalizza rispetto ad altri territori delle Marche e in particolare rispetto al Nord (Pesaro e Ancona)?

«È del tutto evidente. Basti pensare alla lentezza degli uffici per la ricostruzione e al fatto che i fondi per il terremoto sono stati utilizzati anche per zone fuori cratere come i mercatini di Natale di Pesaro o le piste ciclabili. Per il resto c’è chi nel Pd si vanta dei finanziamenti a pioggia per il Piceno. Peccato che è una forma di assistenzialismo fine a sé stessa, che accontenta sempre i soliti amici e dimentica chi invece ha portato avanti l’intera economia del territorio».

L’spedale “Mazzoni” di Ascoli

Favorevole o contrario ad un nuovo ospedale per acuti a Pagliare e alla riconversione del “Mazzoni” e del “Madonna del soccorso” di San Benedetto? Qual è la sua ricetta per la sanità picena e marchigiana?

«Saper trattare nella provincia le acuzie è necessario per non ricorrere ad ogni esigenza al ricovero nel Torrette. Metterlo a Pagliare, tuttavia, significa allontanare ancora una volta i servizi dalla montagna senza dimenticare che tre ospedali avrebbero un costo ingestibile. L’unica soluzione è destinare gli stessi fondi per l’ospedale unico a riqualificare gli altri due presidi cittadini. La sanità, poi, ha bisogno di essere guidata da manager più tecnici e meno politicizzati».

Come è stata gestita l’emergenza sanitaria per il Covid 19 nelle Marche?

«Bene all’inizio, male nei recenti mesi: penso ai ritardi sulla collaborazione con i laboratori privati per i tamponi, come quelli ai sanitari, e tante altre incongruenze, come il recente Decreto 232 in cui confermava l’apertura delle discoteche, fondato sull’assenza dei casi di contagio in discoteca sul territorio dimenticando, guarda caso, ciò che è avvenuto nel Piceno».

Nel caso di vittoria del centrodestra, è vero che per lei c’è un posto sicuro da assessore?

«Io penso a vincere e a contribuire a migliorare una regione dopo decenni di governo di una sinistra elitaria e lontana dai problemi della gente. Per il resto metterò a disposizione l’esperienza di amministratore del territorio e la conoscenza di ogni angolo del Piceno».

Con quanti punti di vantaggio vincerà il candidato presidente del centrodestra Francesco Acquaroli? Faccia un pronostico per la suddivisione dei 4 posti a disposizione.

«Qualsiasi vittoria sarà prestigiosa: per la storia delle Marche e per mandare a casa un Governo inadeguato. Sui quattro seggi dico: due Lega, uno tra Fdi e Fi e uno al Pd».

 

 

 

 

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X