di Pierpaolo Pierleoni
(foto e video Simone Corazza)
E’ stata la comunità di Capodarco, nel pomeriggio di sabato 29 agosto, ad ospitare il primo confronto tra i candidati presidenti della regione Marche. Sette su otto i partecipanti, un numero elevato che ha reso inevitabilmente lento il ritmo e le pause tra un intervento e l’altro degli aspiranti governatori.
Una sfida con alcune schermaglie, qualche intervento sgangherato, con la conduzione del direttore di La7 Enrico Mentana che non ha mancato di incalzare sui passaggi più discutibili. In platea anche il patron del gruppo Tod’s Diego Della Valle. Dopo i saluti introduttivi di don Vinicio Albanesi e del presidente del Centro studi Carducci, organizzatore dell’incontro, il via al dibattito.
Si parte da una presentazione generale e la prima parola è per la candidata del Movimento 3V Anna Rita Iannetti, medico che evidenzia la sua competenza in materia di salutogenesi: «Gli stili di vita influenzano la salute. Sono contro qualsiasi obbligo vaccinale perchè cura e obbligo sono concetti contrapposti. Siamo contro l’euro e per una nuova moneta nostra».
Per la candidata di Vox Sabrina Banzato «va messo fine al regime Covid che comprime la libertà e distrugge l’economia».
Roberto Mancini di Dipende da noi presenta il progetto di una «sinistra etica, ritengo la politica come etica applicata. E’ ciò che è mancato sin qui ed ha ridotto la politica ad un circuito di potere».
Per Maurizio Mangialardi (centrosonistra) «il percorso parte dal sostegno importante dei sindaci marchigiani, senza di loro non sarei qui. Veniamo da un buon governo del passato sotto alcuni aspetti, da rilanciare in avanti in un mondo mutato completamente. Sono orgoglioso di essere di centrosinistra, l’Europa ha fatto l’Europa e si mette a disposizione anche delle Marche con le risorse del recovery fund. Le competenze e il radicamento nel territorio renderanno protagonista questa regione».
Per il candidato del centrodestra Francesco Acquaroli l’obiettivo è «proporre una visione nuova a giovani, famiglie, imprese. La ricostruzione post sisma sarà determinante. Rimettere al centro manifattura, artigianato, rilanciando le nostre eccellenze. La ricostruzione post sisma è tema cruciale. Una fetta importante delle Marche è ferita e non riesce ad essere competitiva. Rimetteremo le competenze al centro delle scelte, che non dovranno più dipendere da campanili e logiche di appartenenza».
Poi tocca al Movimento 5 Stelle con Gian Mario Mercorelli: «Corriamo da soli perchè non cediamo alle lusinghe. Siamo i soli con le mani libere, tutti gli altri hanno legami da tutelare e qualcuno da chiamare. Solo noi siamo liberi di scegliere i migliori per un reinizio della Regione. Vero che i soldi del Recovery Fund sono un’opportunità. Ma quando arriva un fiume di denaro la politica si eccita e iniziano i problemi. Crediamo che i primi 6 mesi del nuovo governo regionale dovrebbero servire per riprogrammare tutto, riorganizzando non da nord a sud, ma dalle vallate verso l’interno. Immagino borghi interi dedicati al coworking con una connessione spinta. Negli altri vedo idee stantie. Noi proponiamo un patto per l’export».
Tocca a Fabio Pasquinelli del Partito Comunista: «Veniamo da 30 anni di politiche capitaliste e globaliste. Crisi del 2007 viene da sovraproduzione che si trasforma in crisi finanziaria. Poi le risorse sempre più concentrate. Non c’è stata alcuna differenza tra centrodestra e centrosinistra. Le politiche sono le stesse».
Terminato il giro di presentazioni, Mentana incalza Mangialardi sulla mancata alleanza con i 5 Stelle. «Io ho dato disponibilità, non ho offerto nulla, nè ticket nè altro. Queste cose non mi interessano. I 5 Stelle marchigiani sono candidati in una nostra lista. Io l’ho dimostrato che amministro in modo competente serio e onesto» risponde Mangialardi.
Mercorelli controbatte: «Si informi su chi ha fatto proposte, non me le sono fatte da solo. Due mesi e mezzo fa, i nostri parlamentari hanno tentato di avviare un confronto per un alleanza ma dal Pd hanno detto: Mangialardi non si tocca. Lui è un esempio di continuità col passato”. Acquaroli è chiamato a parlare dell’ormai famosa cena fascista di Acquasanta Terme: “In 20 anni di attività politica a vari livelli, non esiste traccia che possa mettere in dubbio la mia visione democratica e rispettosa di tutti. La nostra unica nostalgia è di una regione protagonista e di rilanciare il territorio, no alle visioni ideologiche».
Mentana chiede cosa fare con i soldi del recovery fund in arrivo dall’Europa. Per Mercorelli, «“la riorganizzazione della sanità regionale in funzione delle vallate». Acquaroli dice alta velocità, per Mangialardi serve finanziare le infrastrutture, da A14 a Mezzina a Fano Grosseto. Alla domanda del giornalista sull’opinione intorno ai fondi Mes per la sanità, l’unico favorevole tra i 7 è Mangialardi.
La Iannetti si chiede che fine abbiano fatto i soldi raccolti col terremoto e le risorse investite nelle Marche negli ultimi 30 anni. La Banzato polemizza sui tempi troppo ridotti concessi ai candidati minori, poi evidenzia che «si ascoltano sempre le stesse ricette» ma nei progetti non va oltre l’idea di «sederci con i cittadini per un tavolo costituente».
Roberto Mancini critica «una forte spinta alla privatizzazione in sanità, per non parlare della così detta astronave costruita a Civitanova per fronteggiare l’emergenza Covid. Voglio fare una campagna elettorale come occasione di conoscenza, ci sono problemi complessi e mi piacerebbe di dare risposte alla fragilità. Sulla sanità c’è da fare il contrario esatto di Ceriscioli, cioè ripubblicizzare». Per Pasquinelli si arriva da «un pessimo governo nell’ultimo decennio. In sanità abbiamo un erede di Ceriscioli senza alcun cambio di politica. Centrodestra e centrosinistra sono uguali. Vorrei una sanità completamente pubblica, che non chiude i punti nascita in base a criteri solo matematici. Vogliamo anche acqua ed energia elettrica pubblica».
La domanda sulla sanità vede partite il pentastellato Mercorelli, che si dice contrario agli ospedali unici.«Dobbiamo ripotenziare gli ospedali esistenti. Si tiene poco conto della distanza, serve riorganizzare la medicina territoriale».
Acquaroli propone «un modello di sanità che andrà riprogrammato restituendo protagonismo ai sindaci ed ai medici di famiglia. Dovremo implementare la prevenzione e dico stop all’abbandono dell’entroterra e della montagna. Vanno accorciate le liste d’attesa».
Mangalardi non esclude «se cambierà il decreto Balduzzi una riorganizzazione in ottica interregionale. Abbiamo bisogno di ospedali nuovi, sono 20 anni che non se ne realizzano. Lo stiamo facendo a Fermo ed Amandola, servono quelli nuovi di Ascoli, Pesaro e Macerata. La medicina territoriale si fa con ospedali di base che hanno servizi». Per la Iannetti «non andavano chiusi 13 ospedali. sul fronte della prevenzione esiste un problema nazionale che poteva cambiare il destino delle regioni. Dico no a qualsiasi obbligo vaccinale». Per la libertà di scelta anche Banzato, che ammonisce sul «rischio che la salute diventi un business». Per Mancini c’è bisogno di «una svolta di mentalità per evitare che si polarizzino giochi di potere ed interessi. Ci hanno cercato operatori sanitari scandalizzati per come è stata gestita l’emergenza sanitaria. Mi disturba parlare di vaccini, è questione di responsabilità. Alcuni debbono essere obbligatori».
Si finisce con l’appello finale. Per Pasquinelli «manca un punto di vista che rimetta al centro il lavoro e i lavoratori, rivolto a chi soffre la ripartizione diseguale della ricchezza e vede i diritti erosi». Mercorelli ribadisce: «Negli altri schieramenti troverete sempre le stesse facce. Noi rappresentiamo una voglia sincera di rinnovare le Marche. Come fa Mangialardi a parlare di sanità dopo il covid hospital di Civitanova, 12 milioni di euro dati alle fiamme».
Acquaroli chiede di rimettere al centro «il merito e le competenze, sburocratizzare le Marche e dare risposte che i marchigiani aspettano da troppo tempo. Costruiamo una visione che rimetta a posto ciò che si è sgretolato».
Mangialardi non vede «un quadro così negativo della nostra regione che ha tante realtà positive a partire dall’università. In sanità dobbiamo rilanciare dalle risorse, la privatizzazione non mi appartiene». Mancini invita ad «uscire dagli schemi di potere e proporre un modello diverso per le Marche‘. La Banzato di Vox Italia invoca «libertà di conoscenza e di scelta, ritornando a parlare della nostra terra ricostruendo un messaggio diverso». La Iannetti vede nella sua candidatura «l’inizio di un percorso per arrivare ad un modo di vivere più civile, perchè viviamo in un sistema contro la vita».
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