di Franco De Marco
«Non azzero nulla, ma rivedo tutto se necessario». Ecco la risposta di Maurizio Mangialardi, candidato presidente della Regione Marche per la coalizione di centrosinistra, alla domanda se, in caso di vittoria, modificherà le delibere varate dalla giunta uscente in materia sanitaria e in particolare per i nuovi ospedali messi in programma.
Mangialardi, che questa mattina ha partecipato ad Ascoli alla presentazione della lista composta da Italia Viva, Demos, Psi e Civici Marche, ha anche specificato: «Ci sono nuovi ospedali in fase ormai avanzata, Pesaro, Macerata e Fermo, mentre quello di Ascoli è un po’ in sospeso. Ci ragioneremo in modo approfondito. Due ospedali nel Piceno sono comunque assolutamente necessari. La localizzazione a Pagliare? La Conferenza dei sindaci si è pronunciata all’unanimità. Per me questo è un valore. Dobbiamo prendere i 37 miliardi del Mes e migliorare la Sanità che abbiamo. Questo Francesco Acquaroli, il candidato del centrodestra, non lo può dire perché non vuole i soldi del Mes. Io voglio ospedali nuovi dappertutto demolendo e ricostruendo quelli che non sono più adeguati o a norma. E rilancio. Voglio riaprire, con i soldi del Mes, i punti di primo intervento chiusi in base al Decreto Balduzzi. La medicina del territorio riparta da lì».
«Nel centrodestra invece sento parlare di progetti senza tener conto delle risorse – insiste Mangialardi – questo significa ingannare gli elettori. Pochi giorni fa mi sono incontrato con il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini per preparare un patto tra presidenti per modificare il Decreto Balduzzi (risalente al 2012, ndr) che stabilisce i parametri dei servizi sanitari. Il centrodestra ha come modello la sanità della Lombardia dove il privato pesa per il 46% mentre nelle Marche pesa per l’8%. Dove hanno governato Salvini, Meloni e Berlusconi hanno privatizzato tutto. In Lombardia non c’è medicina del territorio. Noi abbiamo costruito una buona Sanità pubblica rispettosa delle norme. Guardate l’Umbria: era una sanità mediocre ed hanno dovuto chiamare un assessore dal Veneto e due dirigenti dalle Marche (Gilberto Gentili e Alessandro Maccioni, ndr). Meglio votare per terrapiattisti, perché vivono in un altro mondo, sì faccio questo appello, che per Acquaroli. Meglio i terrapiattisti che l’inganno del tipo assecondiamo tutti del cendrodestra. Dicono facciamo questo, facciamo quello, ma non dicono come».
Mangialardi è stato ad Ascoli per inaugurare la sede elettorale di Italia Viva, in via Dino Angelini 123, della candidata Maria Stella Origlia, insegnate di Ascoli. Presenti tutti gli altri candidati: il capolista Fabio Urbinati di San Benedetto, Davide Aliberti di Ascoli, e la giovane sambenedettese Eleonora Bellagamba. «Sono molto orgoglioso di questa lista per temi, rappresentanza di territorio e competenza. Non capita sempre» ha affermato il candidato presidente. Ha introdotto trodotto il coordinatore provinciale di Iv Gialuca Pompei: «La nostra è l’unica lista riformista e innovativa. La differenza con il centrodestra è che noi abbiamo la cultura di governo».
«E’ la vera novità delle regionali e costituisce un progetto politico che non si vuole fermare ma continuare anche in vista delle comunali di San Benedetto nel 2021. Acquaroli è venuto in questo territorio e non ha detto ancora nulla. l 12 settebre facciamo un incontro con la presidente della commissione trasporti della Camer, Raffaella Paita, per iniziare a capire non quello che vogliamo fare ma come incanalare il problema dell’A14 in commissione» sono state le parole di Urbinati.
Maria Stella Origlia ha insistito su un concetto: «La nostra è l’unica lista progressista e riformista. Avanziamo proposte concrete e non chiacchiere».
Davide Aliberti, ex assessore comunale di Ascoli nella giunta di centrodestra guidata da Guido Castelli, non ha risparmiato critiche all’Amministrazione comunale di Ascoli. «Noi siamo i veri civici da oltre 22 anni – ha sottolineato – e non ci possiamo confondere con qualcuno che, per opportunismo, si proclama civico quando ha fatto la sua carriera nei partiti per trent’anni e nei quali oggi non crede più».
«Abbiamo trovato – ha continuato Aliberti – la nostra casa nella progettualità di Mangialardi, sindaco di Senigallia, che ha governato bene e con autorevolezza il suo territorio, interpretando tutti i criteri del civismo, favorendo la partecipazione e non comandando il territorio. Il fatto che dopo 34 anni, ad Ascoli, si rifà una via centrale, la dice lunga su come si amministra. Un tema delle critiche del centrodestra è il post terremoto: indubbiamente ci sono stati ritardi, dovuti in gran parte alla Regione, ma che ne parli una parte che in 4 anni dal terremoto non è riuscita ad ottenere un certificato di vulnerabilità per le scuole cittadine, mi fa sorridere».
Per Eleonora Bellagamba , da donna del mondo dello sport, l’impegno a favorire l’accesso alla pratica sportiva con il coinvolgimento di tutte le associazioni.
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