«La scarsa propensione alla programmazione, se non l’improvvisazione, che ha caratterizzato la gestione sanitaria della Regione Marche negli ultimi anni è dimostrata plasticamente dalla vicenda dei rimborsi spesa per i malati oncologici».
Lo afferma Guido Castelli, candidato alle Regionali con Fratelli d’Italia e sindaco di Ascoli dal 2009 al 2019.
E aggiunge: «Una vicenda dolorosa che merita di essere trattata con particolare delicatezza ma che allo stesso tempo non può essere sottaciuta. Nell’aprile del 2019 la Regione ha abrogato una norma del 1987 che prevedeva specifici rimborsi delle spese di trasferta e alloggio in favore dei pazienti oncologici in cura fuori regione. La protesta degli interessati esplose in maniera così fragorosa che si provó a correre ai ripari prima con una delibera di giunta (piuttosto fumosa) e poi attraverso una proposta di legge (che, tuttavia, non ha mai completato il suo iter).»
«La situazione oggi è particolarmente caotica in quanto i pazienti che beneficiavano dei rimborsi prima dell’abrogazione della norma continuano a percepirli. Al contrario coloro che hanno scoperto le neoplasia successivamente devono sottoporsi ad una valutazione di appropriatezza del rimborso. Non solo se si curano fuori regione ma anche se si recano in area vasta diversa da quella di residenza. Ma non è finita qui: mancando linee guida che rendano uniformi i giudizi di appropriatezza da parte dei team preposti alla decisione, ogni area vasta adotta condotte diverse. C’è chi rimborsa e chi no».
«Tra l’altro non è neppure previsto che l’istanza del malato possa essere motivata. Insomma una situazione che scontenta tutti e che non è governata da nessuno. Quello che, tuttavia, è inaccettabile è la discriminazione tra i malati. I pazienti oncologici, infatti, beneficiano di trattamenti diversi a seconda del momento in cui è insorta la neoplasia e in rapporto alla rispettiva residenza. Vi sembra normale? Tra i primi provvedimenti che la nuova giunta regionale dovrà adottare sicuramente vi dovrà essere quello del riordino complessivo di questa materia. E’ una questione di dignità, prima ancora che di rimborsi».
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