«Finanziamo l’Ascoli-Antrodoco e commissariamo tutta la Salaria dalle Marche fino al Lazio con un unico commissario che possa occuparsi della complessità di quest’opera». Le parole del ministro delle Infrastrutture, Paola De Michieli, pronunciate l’altro giorno ad Ancona (leggi l’articolo) hanno riacceso le speranze per due grandi opere infrastrutturale che il Piceno attende da secoli (come nel caso della ferrovia) o che attendono un restyling dai tempi ormai dei romani (come nel caso della Salaria). Per la ferrovia si tratta dello studio di fattibilità per vedere anche l’impatto ambientale e finanziario dei circa ottanta di km tra il capoluogo piceno e il comune reatino che è già agganciato alla rete ferroviaria.
Di fronte all’annuncio della De Micheli, esultano le associazioni ascolane (in primis la sezione di Italia Nostra e il Comitato “Un Treno per Roma” nato qualche anno fa) che da sempre chiedono un collegamento su rotaia tra il Piceno e la Capitale.
«E’ con immenso piacere che comunichiamo il raggiungimento di un altro importante traguardo di una battaglia, ormai decennale, per la realizzazione della “Ferrovia dei due mari -affermano Gaetano Rinaldi (Italia Nostra), Guido Benigni e Roberto Di Natale (Comitato)– Abbiamo infatti ricevuto comunicazione da parte della Ministra alle Infrastrutture e ai Trasporti Paola De Micheli dell’approvazione dello studio di fattibilità per il tronco ferroviario Ascoli Piceno-Antrodoco, ovvero, i restanti 80 km di ferrovia da realizzare per unire Roma all’Adriatico. Se lo studio darà esito positivo, questa importante opera strategica riuscirà finalmente a dotare il nostro territorio di un dignitoso asse di collegamento con il Tirreno».
I tre esponenti ricordano anche i benefici che l’opera avrete tutto tutto il territorio. «Permetterebbe -affermano sempre Rinaldi, Benigni e Di Natale- di fare rete tra i numerosi borghi storici e città d’arte del Centro Italia; avvicinare il territorio piceno alla capitale d’Italia e ai suoi aeroporti internazionali con mezzi e tempistiche adeguati
ed un conseguente aumento dei flussi turistici; fornire al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e a quello dei Sibillini di un mezzo di trasporto
più sostenibile rispetto a quello su gomma; dare infine un nuovo respiro alle attività economiche ed imprenditoriali di un territorio, il nostro, martoriato dagli eventi sismici e che tuttora stenta a ripartire.
All’inizio di questo percorso erano in molti a vederci come dei visionari, ma nel tempo abbiamo constatato una sempre maggiore consapevolezza rispetto a questo tema alimentata tra l’altro dalle numerose problematiche a livello infrastrutturale che stiamo vivendo negli ultimi anni. Una cosa -concludono ci teniamo a ribadirla ancora: l’Associazione Italia Nostra e il Comitato “Un treno per Roma” continueranno a vigilare e a portare avanti le ragioni, ormai note, per la realizzazione della Ferrovia dei due mari fino a quando non vedremo partire il primo treno con destinazione Roma».
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