Damaso Di Emidio ha 31 anni, vive a San Benedetto del Tronto ed ha una laurea in lingue e letterature straniere, un master e già molti viaggi alle spalle.
Damaso è un non vedente dalla nascita.
Ha partecipato ad uno dei 10 tirocini formativi extra curriculari promossi dall’Unione ciechi e ipovedenti delle Marche, volto a migliorare le opportunità di inserimento lavorativo di giovani con disabilità visiva e – entusiasta della sua esperienza – la racconta.
Damaso come è stato l’impatto con questa nuova esperienza?
«Molto positivo. Conosco l’unione ciechi da sempre ma non ero mai stato nella sede provinciale di Ascoli, dove ho svolto il tirocinio, il centro Officina dei Sensi.
Nonostante questo, mi sono trovato subito a mio agio e sono riuscito a inserirmi senza grandi difficoltà.
Il tirocinio è iniziato a febbraio e poi, durante il lockdown, è proseguito in smart working per poi riprendere in presenza in questi ultimi mesi».
Di cosa ti sei occupato?
«Principalmente ho svolto traduzioni da e per l’inglese per il sito dell’Uici provinciale e anche per quello dell’Officina dei Sensi. Poi ho lavorato in segreteria, a contatto con i soci dell’Unione, sulla gestione dei database e come pubbliche relazioni.
Ma la cosa che mi ha entusiasmato di più è stato collaborare a un progetto internazionale a cui parteciperò, speriamo in presenza, nel 2021.
A febbraio infatti dovrei essere ad Angers, in Francia, e a fine maggio a Vienna.
Il progetto riguarda la disabilità precoce di bambini e ragazzi e vede l’Uici di Ascoli e Fermo tra i partner.
Io sarò in trasferta come aiuto segretario e traduttore. Sono molto contento di aver avuto questa opportunità».
Che valore ha avuto per te questo tirocinio?
«E’ stata un’ottima occasione per entrare nel mondo del lavoro, fare formazione e aprire la strada ad altre opportunità legate ai miei studi. Sono una persona tenace e non mi abbatto facilmente ma non mi aspettavo di ottenere così tanti risultati. Per il futuro mi piacerebbe molto trovare un lavoro simile a questo».
Cosa consigli ai ragazzi che hanno problemi alla vista?
«Di non restare chiusi in casa e di prendere al volo qualunque occasione.
Come questa, ad esempio. Dico di provarci sempre perché restare in casa non serve a niente.
E mettersi in gioco vale sempre la pena».
«Il progetto complessivo si chiama ‘Vediamoci al lavoro!” – spiega Alina Pulcini, presidente Uici Marche – e lo abbiamo lanciato per motivare i giovani a inserirsi nel mondo del lavoro anche con professioni diverse da quelle tradizionali, per sensibilizzare le aziende e la comunità sulle capacità delle persone con disabilità visiva e per creare, attraverso un lavoro di rete, una sinergia tra la nostra associazione e i centri per l’impiego, favorendo l’incontro tra domanda e offerta».
Il tirocinio di Damaso è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno secondo cui «l’inserimento lavorativo, in particolare per i giovani diversamente abili, rappresenta una priorità assoluta».
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