La sentenza di ieri (1 ottobre 2020) del Tribunale di Ascoli sulle responsabilità per i miasmi emessi dal depuratore consortile di Campolungo nel periodo giugno 2017-dicembre 2018 lascia delusi e amareggiati i componenti del comitato civico antinquinamento di Villa Sant’Antonio e Castel di Lama “Aria pulita”, che però non demordono e annunciano nuove battaglie, visto che la puzza continua a diffondersi ancora nella frazione a ogni ora del giorno e della notte.
«La giudice Barbara Bondi Ciutti – si legge nella nota apparsa sui social – ha concesso l’oblazione agli imputati nel processo per le puzze del depuratore. Domenico Procaccini, Fausto Latini e Longino Carducci pagheranno 100 euro riuscendo così ad evitare il tanto temuto procedimento penale cui puntava invece la Procura. La conseguenza è che, senza processo, le 200 parti civili che rappresentano i residenti di Villa Sant’Antonio di Ascoli e Castel di Lama non si sono potute costituire, dovendo assistere in silenzio a tutto quanto si è svolto in tribunale.
Ed è accaduto qualcosa che ha dell’incredibile.
Per decidere sul provvedimento da adottare, il giudice Bondi Ciutti aveva chiesto all’Arpam un sopralluogo per verificare l’effettiva eliminazione delle conseguenze dannose legate alle condotte contestate. Era fondamentale sapere se continuavano o no le conseguenze dannose, ovvero le puzze, perché l’oblazione si può concedere solo se le “conseguenze dannose” non ci sono più.
Ebbene l’Arpam scrive chiaramente nella relazione che le puzze continuano ad esserci, tra l’altro rilevate in più giorni e indiscutibilmente riconducibili al depuratore. Nonostante questo, la giudice Bondi Ciutti ha concesso l’oblazione, passando sopra alla relazione Arpam che lei stessa aveva chiesto, passando sopra al persistere delle “conseguenze dannose”. Come avrà fatto?».
«Attendiamo di leggere il provvedimento – si legge ancora nella nota del comitato “Aria pulita” – perché in aula aveva un tono di voce molto basso e non è stato chiarissimo quello che ha detto. Vale la pena sottolineare che, con le tante udienze e il lavoro dell’Arpam, è stato speso inutilmente tempo e denaro, sia pubblico che privato, dando un esempio lampante delle lungaggini della giustizia.
Intanto – concludono i rappresentanti del comitato – ci prepariamo a presentare una nuova denuncia per le puzze e per “accumuli incontrollati di materiali odorigeni”, come si legge nella relazione Arpam. Inutile dire che le puzze continuano ininterrottamente e così le segnalazioni all’Arpam, e noi non abbiamo nessuna intenzione di vivere in queste condizioni».
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