di Maria Nerina Galiè
Terremoto e Coronavirus, calamità naturali ed emergenza sanitaria, che si sono quasi accavallati in meno di una manciata di anni, hanno evidenziato le criticità di alcuni territori più che di altri, ma anche messo in evidenza il prezioso ruolo di chi si è speso per aiutare gli altri e permettere a tutti si risorgere, andare avanti e progettare il futuro con rinnovata fiducia.
Portabandiera di tutto questo sono stati i volontari della Croce Rossa Comitato dei Sibillini, presieduto da Valeria Corbelli, e della locale Protezione Civile.
Oggi, 3 ottobre, «lo stesso giorno in cui Papa Francesco firma l’Enciclica “Fratelli Tutti”» – è stato ricordato da molti – si è tenuta a Comunanza la cerimonia della posa della prima pietra del Centro Polifunzionale di Protezione Civile, voluto proprio a Comunanza dalla Croce Rossa Italiana, che lo sostiene economicamente con i soldi delle donazioni raccolte durante il sisma del 2016,
insieme con altri sponsor tra cui la Croce Rossa Svizzera e la Fondazione Carisap.
L’opera costerà un milione e 200.000 euro.
Tre mattoni sono stati messi uno accanto all’altro da Valeria Corbelli, dal sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni e dal vice presidente nazionale della Cri Rosario Valastro.
Le pietre sono poi state benedette dal parroco di Comunanza don Luca Rammella.
L’Inno d’Italia e la lettura dei 7 punti cardine della Croce Rossa Italiana hanno aperto la giornata, a cui hanno preso parte anche tutti i sindaci dei Comuni raggruppati dal Comitato Cri dei Sibillini, le autorità civili e militari locali e provinciali, il direttore di Area Vasta 5 Cesare Milani, il neo eletto consigliere regionale Guido Castelli, il presidente Cri Marche Andrea Galvagno, il presidente della Fondazione Carisap Angelo Davide Galeati e Francesco Subissati, titolare della ditta che ha vinto l’appalto per la realizzazione dell’opera. Moderatore il giornalista Francesco Massi.
«Tutti fratelli è il motto della Croce Rossa – ha ricordato Valastro – e non è questo il solo nostro fondamento emerso in pieno oggi. Mi riferisco al senso di unità che vedo espresso dalle parole dei presenti.
I Centri polifunzionali di Protezione Civile, 18 quelli progettati nei Comuni del cratere e di cui 7 già consegnati, cambiano un altro motto che ci contraddistingue. Saremo sempre i primi ad arrivare ma non più gli ultimi ad andare via. Ora vogliamo rimanere accanto alle comunità che hanno bisogno di noi».
Valeria Corbelli, affiancata dal vice presidente della Cri dei Sibillini Luca Antognozzi, non è riuscita a nascondere l’emozione per quanto le stava accadendo intorno.
Ma nemmeno la passione e dedizione per quello che fa e progetta insieme ai volontari del gruppo che rappresenta, sotto il segno del «Cuore Cri, sempre».
«Durante il terremoto – ha detto Corbelli – ci siamo resi conto che non avevamo un posto dove stare per coordinare le attività.
Ora, grazie alla Croce Rossa nazionale e a tutti gli altri sostenitori, lo avremo. Per fare formazione e prepararci sempre meglio ad aiutare la popolazione, in tempi di pace. Per essere ancora più pronti nei momenti di crisi.
Per questo però è necessario uno stretto collegamento con le istituzioni che, da come le vedo numerose oggi, credo sarà possibile».
«I volontari di Croce Rossa e Protezione Civile avranno finalmente un luogo stabile ed efficiente dove poter svolgere la loro attività che si è dimostrata ancor più preziosa durante il terremoto ed ora, con l’emergenza Coronavirus», ha ribadito il sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni con l’orgoglio di capitanare il Comune dove ha sede il Comitato dei Sibillini, vero artefice e promotore dell’iniziativa.
«Ma quello che andiamo a celebrare oggi – ha continuato Cesaroni – è la nascita di una struttura che andrà ad accrescere i servizi nel territorio montano, duramente provato dagli ultimi avvenimenti e a rischio spopolamento».
Da qui l’appello a chiare lettere al neo consigliere regionale Guido Castelli di operare, in seno al nuovo incarico, per fronteggiare il problema.
La risposta di Castelli non si è fatta attendere:
«Sono fondamentali per la sopravvivenza di un territorio non solo il lavoro ma anche servizi essenziali come quelli legati alla scuola e sanitari.
Le persone che continuano a vivere nelle aree interne italiane, e sono 15 milioni, non devono fare gli eroi, ma avere il diritto di non essere più considerate una biodiversità da salvaguardare.
Sono piuttosto il motore dell’Italia».
«Comunanza – ha aggiunto Castelli – in questo territorio è il “mozzo”, ha un ruolo centrale, dato dalla concentrazione industriale. Ed è giusto che siano localizzati qui i principali servizi, al di sopra di ogni logica di campanile».
Lo stesso termine era stato utilizzato poco prima dal sindaco Cesaroni, nel ricordare la situazione, non ancora sbloccata, del distaccamento dei Vigili del fuoco a Comunanza.
Le parole del consigliere regionale sono state poi tutte per la Croce Rossa.
«Non basta, per uscire dall’emergenza, la resilienza. Occorre anche la generatività, cioè la capacita di essere fecondi, dare qualcosa di sé agli altri, agire nell’interesse dell’altro.
I volontari si addestrano a far questo, permettendo alla società di ambire ad essere giusta ed equa».
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