Ferie sospese e permessi contingentati per il personale dell’Area Vasta 5. La Cgil funzione pubblica di Ascoli si dice «sgomenta, soprattutto in riferimento alla legge 104 (rivolta a chi ha un parente stretto con particolari problematiche, ndr)». Mentre la Cisl Marche lancia l’allarme sulla sicurezza e denuncia una gestione «non ottimale nella fase di prevenzione dell’emergenza».
«In considerazione dell’attuale situazione emergenziale, l’unità di crisi dell’Area Vasta 5 ha stabilito la sospensione delle ferie per tutto il personale quale misura necessaria ad evitare la mancata copertura dei servizi assistenziali e di supporto». Così esordisce l’avviso al personale diffuso dai vertici della Sanità picena.
Nella stessa comunicazione si invitano medici, infermieri, oss e tecnici a non usufruire di altri permessa a vario titolo e «si raccomanda particolare attenzione nella concessione dei permessi di cui alla legge 104 al fine di garantire la piena funzionalità dei servizi assistenziali a favore dell’utenza».
«A questo punto – scrive il segretario generale Maria Calvaresi – la fp Cgil, vista la situazione pandemica, nonostante la decisione perentoria e poco democratica adottata dalla direzione sanitaria, comunica che i termini di scadenza di ferie, permessi ed ex festività dei dipendenti verranno annullati e finita l’emergenza potranno godere di ciò a cui hanno rinunciato per il bene del servizio.
La fp Cgil torna a ribadire, ancora una vota, che le decisioni e di divieti vengono adottati dalla direzione sanitaria senza battere ciglio, ma quanto promesso ai lavoratori, come ad esempio l’istituto della premialità, sembra lontano dall’0essere determinato ed elargito.
Questa modalità di gestione, a parere dello scrivente e dei lavoratori che rappresenta, non è calibrata su principi di democrazia per i lavoratori che, fino a poco tempo fa, erano chiamati eroi»
«In questa seconda ondata – scrive Giuseppe Donati, segretario regionale Cgil– la pandemia sta colpendo in modo molto preoccupante anche il sud della Regione. Stavolta i territori e i due presidi ospedalieri di Ascoli e San Benedetto sono in piena e grave emergenza.
Sono tantissimi, troppi gli operatori sanitari dell’Area Vasta 5 colpiti dal virus contratto nello svolgimento del loro lavoro e questo, insieme al notevole numero di reparti e servizi coinvolti perchè infettati, fa pensare ad una gestione non proprio ottimale della fase della prevenzione e dell’emergenza.
Dai racconti e dai molteplici messaggi e richieste di aiuto, che come Cisl fp riceviamo dagli iscritti ma anche da semplici infermieri, oss, tecnici sanitari, possiamo recepire la paura per la carenza di punti di riferimento gestionali e della catena di comando che sono
allarmanti.
Certamente non per disinteresse di alcuno ma perchè chi dovrebbe prendere in mano la situazione, spesso non è sul campo perchè assente per malattia, pensionato e mai sostituito o per veri e propri vuoti organizzativi della piramide gerarchica. La situazione così
rappresentata, insieme alla cronica carenza di personale di cui l’Area Vasta 5 soffre da anni, sta facendo saltare ogni schema, mettendo a rischio la prima linea cioè gli Operatori Sanitari che devono assistere i malati.
In tanti reparti, sia del “Mazzoni” che del “Madonna del Soccorso”, sono assenti il primario o la coordinatrice infermieristica (in alcuni casi ambedue) perchè anch’essi colpiti dal Covid, e questo genera tra il personale assistenziale un senso di vuoto, di solitudine nel momento in cui si presentano casi di positività tra i malati o gli stessi lavoratori. Proprio in questi frangenti sarebbe necessario avere subito chi adotta ed assume decisioni ma al contrario, come ci viene riferito, il da farsi viene delegato a chi in quel momento si trova a lavorare in reparto. Ci dovrebbe essere invece, all’interno della Direzione Sanitaria, chi assume le funzione pubblica decisioni e detta i percorsi da fare, affiancando il personale e gestendo personalmente le emergenze.
Le decisioni non sempre sono semplici da prendere. Sarebbe però il momento, anzi è pure tardi, perchè anche quelle più scomode, fossero assunte e senza tentennamenti perchè gli ospedali ed il territorio vanno messi in sicurezza, evitando la commistione tra “pulito” e “sporco”.
La Cisl fp Marche è fortemente preoccupata e lancia l’allarme alla Direzione di Area Vasta 5, alla politica picena e all’ASUR perchè l’emergenza venga gestita ma soprattutto perchè il personale tutto, venga posto in condizione di lavorare in sicurezza, all’interno di percorsi e protocolli predefiniti e non con l’arte dell’arrangiarsi.
Vanno chiariti in primis i punti di riferimento decisionali, che non possono essere “tutti e nessuno” ma ben identificabili e sempre presenti quando necessitano. Medici, infermieri, oss, tecnici sanitari, nel momento in cui si chiede loro sforzi ed impegno fuori dal nomale, non possono e devono sentirsi abbandonati nel mare in tempesta.
La Federazione della funzione pubblica Cisl è pronta a collaborare con la Direzione di Area Vasta per contribuire in modo fattivo ad affrontare questo momento tragico ma deve essere coinvolta e non tenuta in disparte nel momento in cui si adottano decisioni. E’
chiaro però che non potrà esentarsi dal denunciare eventuali errori e manchevolezze anche nelle sedi opportune qualora riscontrasse carenze nei percorsi della sicurezza sul lavoro che espongono gli operatori sanitari a rischi per la propria incolumità ed
indirettamente quella dei loro familiari».
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