di Alessandra Pierini
«Spingiamo in maniera decisa sulla prevenzione».
E’ stato questo il punto focale dell’intervento di Francesco Acquaroli, presidente della Regione, duramte il confronto Stato Regioni con i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia sui contenuti del prossimo Dpcm.
Il premier Giuseppe Conte si appresterebbe a vararlo per renderlo operativo già a partire da martedì 3 novembre. Fra le restrizioni sul tavolo della riunione in corso a Palazzo Chigi tra il premier e le forze che sostengono il governo c’ è l’interruzione della mobilità interregionale, fatto salvo ragioni di lavoro, la chiusura dei centri commerciali nei weekend, la chiusura alle 18 di tutte le attività.
«Abbiamo fatto presente al governo – sottolinea Acquaroli – la nostra disponibilità a mettere in campo le scelte necessarie per evitare una crescita esponenziale della curva dei contagi, ma allo stesso tempo abbiamo chiesto di adeguare senza ulteriori attese gli ospedali, di potenziare le Usca, di spingere insomma sulla prevenzione anche concedendoci delle procedure utili in questo senso».
La riunione è stata interlocutoria e il nuovo appuntamento è per domani mattina.
«Finalmente c’è la volontà di confrontarsi – prosegue il governatore delle Marche – continueremo domani ma quello che si è registrato è un atteggiamento collaborativo, pur nelle differenti esigenze di ognuno». Luca Zaia, governatore del Veneto ad esempio ha espresso le sue perplessità su un lockdown generalizzato, misura chiesta invece con forza dal presidente della Lombardia Attilio Fontana. «Il Paese non può permettersi un nuovo lockdown – ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti il quale in una nota sui social suggerisce che bisogna intervenire sulla categoria più fragile, gli anziani definiti dal governatore “non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese”. Un tweet che ha fatto immediatamente scoppiare la bufera sui social. Aperto invece al coprifuoco dopo le 18 il governatore della Puglia Michele Emiliano.
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