di Andrea Ferretti
Se il corteo di ieri sera, domenica 1 novembre, non era autorizzato dalla Questura, forse sarebbe stato il caso, da parte dei due funzionari di Polizia presenti in Piazza Immacolata – con loro anche Carabinieri e Polizia Municipale, che hanno comunque svolto un ruolo marginale – parlare con i pacifici organizzatori e manifestanti (molti commercianti) per trovare un’intesa, dettata dal buonsenso, e magari evitare che le duecento, trecento persone si mettessero in cammino verso il centro percorrendo via Benedetto Croce e poi viale Indipendenza in direzione del ponte di Porta Maggiore.
All’altezza delle Fontane Pilotti è accaduto quello che nessuno si aspettava. Unica nota positiva, è che non si è arrivati allo scontro e che nessuno si è fatto male. Noi c’eravamo, non ce l’hanno raccontato.
Le reazioni, anche politiche, non si sono fatte attendere. Tra queste quella di Giorgio Ferretti, lo scorso anno candidato sindaco per “Casa Pound”, movimento presente nel corteo con numerosi rappresentanti e simpatizzanti. E’ stato proprio Ferretti, in testa al corteo, ad avvicinare i poliziotti per capire perchè stesse accadendo quello che in tanti – in strada, da balconi e finestre – hanno visto. Ovvero il lancio di lacrimogeni contro un corteo, nemmeno tanto numeroso, che, anche se non autorizzato, non minacciava guerriglia ma cantava l’Inno di Mameli.
«E’ inaccettabile il pericoloso lancio di lacrimogeni su commercianti e partite iva – ha dichiarato Ferretti – lavoratori che stavano pacificamente manifestando il loro dissenso verso i Dpcm, come accade tranquillamente in quasi tutte le città d’Italia, bersagliati da quelli che dovrebbero essere i tutori dell’ordine. Spero in una forte presa di posizione della politica e delle istituzioni, che porti alle dimissioni di chi era lì per gestire l’ordine pubblico».
Gli fa eco il consigliere comunale di maggioranza Alessio Rosa: «Ho sempre rispettato chi rischia la propria incolumitá per la sicurezza di tutti e lo faró sempre. Da parte di qualcuno è però mancato quel buon senso che ti permette di indossare orgogliosamente la divisa. Di capire che la manifestazione era un urlo disperato di chi, tra un pó, dovrà stringere la cinghia e rischia la chiusura definitiva della propria attivitá. Non si possono lanciare dei lacrimogeni ad altezza uomo in un corteo dove sono presenti anche famiglie e bambini».
Interviene anche il consigliere regionale della Lega, Andrea Antonini, anche lui ascolano: «Ho assistito a una “scia luminosa” che non mi è piaciuta per niente, lanciata per far lacrimare ma quasi ad altezza uomo, del tutto inutile e gratuita, poteva essere molto pericolosa».
La palla, forse, passa al questore. E, magari, anche al prefetto.
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