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Le Marche “zona gialla”,
chiudono anche i musei
Papetti: «Una scelta infondata»

EMERGENZA CORONAVIRUS - Il nuovo decreto del premier Conte per contrastare il Covid-19: diverse le misure introdotte, dal coprifuoco serale alla chiusura delle strutture museali. Ad Ascoli non è d'accordo il direttore dei Musei Civici: «Sono luoghi molto sicuri»
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Stefano Papetti nella Sala di Cecco della Pinacoteca, a Palazzo Arengo

di Andrea Pietrzela

Da venerdì 6 novembre, entrerà in vigore il nuovo Dpcm per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19. Le Marche sono state catalogate nel gruppone delle Regioni considerate dal Governo a basso rischio, le cosiddette “Regioni gialle” rispetto alle più critiche arancioni (Puglia, Sicilia) e rosse (Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta).

COSA CAMBIA – Rispetto al vecchio Dpcm, sono diverse le novità introdotte. La principale è il coprifuoco: non si potrà circolare dalle 22 alle 6 salvo per le emergenze o necessità, per le quali torna l’autocertificazione. Poi lo stop ai centri commerciali nei weekend, la capienza massima dei mezzi pubblici ridotta al 50%, la didattica a distanza introdotta per le scuole superiori e la chiusura totale dei musei, al pari dei già inaccessibili cinema e teatri. Queste, in concreto, le nuove disposizioni dettate da Conte.

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BAR E RISTORANTI – Cambia poco, dunque, per bar e ristoranti, per i quali resta invariata la serrata delle ore 18. In soccorso, nel frattempo, è arrivato il Decreto Ristori. Della difficoltà degli addetti ai lavori ve ne avevamo già parlato qui qualche settimana fa: parecchi si stanno concentrando sull’asporto e sulla consegna a domicilio soprattutto per le fasce serali. Purtroppo, però, c’è anche chi decide di restare chiuso: a volte il gioco semplicemente non vale la candela.

MUSEI – Al pari di cinema e teatri, anche i musei sono stati aggiunti nella lista delle attività che dovranno restare ferme fino al prossimo 3 dicembre. Per capire il perché abbiamo contattato il direttore dei Musei Civici di Ascoli, Stefano PapettiSi tratta di una scelta assolutamente infondata: i musei sono stati sempre luoghi molto sicuri ovunque, non solo qui ad Ascoli –spiega-. Su 370.000 mila casi, soltanto uno è stato registrato in un teatro. Qui da noi non si è verificato mai nessun caso».

A rischio, secondo Papetti, è la salute e la stabilità mentale di tutti i cittadini: «Restano giustamente aperti i supermercati e le farmacie perché la cura del corpo è fondamentale, ma lo è altrettanto la cura dell’anima: può aiutare a non scivolare verso la depressione, specialmente in periodi così duri». Infine un pensiero alla categoria di lavoratori colpita: «Il Dpcm penalizza tutti coloro che lavorano nell’ambito museale: per i musei statali non ci sono problemi, ma circa l’80% dei musei italiani è gestito da cooperative: in questo mese resteranno a spasso centinaia e centinaia di ragazzi».

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