«Impiego dell’idrossiclorochina, con la revisione da parte dell’Aifa sul giudizio di questa cura che all’estero è stata impiegata con successo, l’uso dell’ozono e il plasma: la sperimentazione di queste tre misure possono portare la nostra regione in vetta alle terapie anticovid».
Così l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini nella sua relazione al Consiglio regionale sulla situazione della pandemia. Salmartini ha spiegato che la Regione ha chiesto al Servizio sanità di validare un protocollo di cura negli ospedali delle Marche includendo: «La possibilità di sperimentare l’uso dell’ozono per la purificazione del sangue, l’aumento della banca dati del plasma di persone guarite dal Covid, e la possibilità dell’impiego dell’idrossiclorochina. Sull’uso di questa vorrei dire che, dopo un iniziale utilizzo, c’è stato un intervento dell’Aifa che aveva sostenuto che aveva conseguenze collaterali e ne è stato bloccato l’impiego».
«Tuttavia da esperienze internazionali, come la cura del presidente americano Trump (in realtà l’ex numero uno della Casa bianca è stato sottoposto ad una cura di anticorpi monoclonali, ndr), si è dedotto che queste conseguenze non sono così negative, e abbiamo valutato la possibiltà di chiedere all’Aifa una revisione del suo giudizio -continua-. Sono convito che valutata l’alta caratura del nostro personale medico, la sperimentazione di queste tre misure: uso di ozono, idrossiclorochina e plasma possono portare la nostra regione in vetta alle terapie anticovid».
Sulla terapia intensiva: «La Regione ha una gravissima carenza di terapia intensiva. Siamo al terz’ultimo posto in Italia. Avevamo 105 posti in terapia intensiva prima del Covid, il 19 maggio la Regione è stata incaricata di aumentare con 105 altri posti letto, ne sono stati allestiti solo 14. Ci troviamo con un gap rilevante, che stiamo cercando di rimuovere, allargando l’intervento e usando il Covid hospital di Civitanova. Ma c’è su quello il problema che non è stato previsto il personale che doveva andare a lavorarci. Il primo modulo lo abbiamo aperto con personale dell’Area Vasta 3, che significa mettere in sofferenza le strutture di questa Area vasta. Per il secondo modulo siamo riusciti a coinvolgere tutte le aziende ospedaliere per il personale da assegnare. Al momento viaggiamo con 126 posti di terapia intensiva nella nostra regione, il livello di occupazione è di 69 ricoverati. Dunque la metà dei posti è occupato».
Saltamartini spiega che i tempi per aprire i resto dei 105 posti letto previsti sarà lunga. «Non avendo la Regione agito divenendo soggetto attuatore, potendo quindi appaltare l’allestimento dei nuovi posti, occorre rivolgersi al soggetto attuatore che è il commissario all’emergenza Covid, di conseguenza i tempi di allungano -dice-. Di questi 105 posti ne potremo avere massimo una 20ina a fine anno, e una gran parte nella primavera ed estate del prossimo anno. Quindi dobbiamo cercare di recuperare il gap riducendo personale in servizio nelle 4 aziende ospedaliere al Covid center di Civitanova e lo possiamo fare con lo strumento della mobilità interna. Stiamo cercando di trovare personale specializzato ma sul mercato non si trova».
Sui vaccini antinfluenzali: «Purtroppo non riusciamo a reperire le nuove dosi ordinate e contiamo sulla solidarietà di altre regioni che hanno acquistato un numero congruo di vaccini. Speriamo di ottenerli. Altro tema sono i tamponi. La Regione ne aveva comprati 14mila, esauriti questi ne sono stati ordinati altri 12mila dall’Asur, ma ad oggi siamo in presenza di una riserva solamente per una decina di giorni. Abbiamo sollecitato il commissario Arcuri a cui si è rivolto Acquaroli per chiedere 5mila tamponi giornalieri. Il commissario ha risposto venerdì che ne avrebbe trasmessi 17mila. La regione fa 2mila tamponi al giorno, di cui 1.500 da laboratori privati. 17mila tamponi dureranno 8-9 giorni. Stiamo cercando di far costituire la Regione soggetto attuatore, in modo da andare sul mercato e acquistare direttamente noi i tamponi e i farmaci necessari».
Saltamartini ha aggiunto che sono state potenziate le Usca, con gli equipaggi che sono passati da 21 a 30 in regione e con un aumento di apparecchi per svolgere, direttamente a domicilio, le ecografie polmonari ed evitare in questo modo che un paziente Covid debba andare a fare l’esame in ospedale. Altro aspetto l’aumento dei medici di famiglie, che ha consentito in regione di ridurre da 76 le zone carenti di medici a 31.
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