Covid, in terapia intensiva un paziente del “Bergalucci” ed uno della Rsa di Offida
EMERGENZA CORONAVIRUS - Sale a 14 il numero dei contagiati nella struttura, e ad 8 (più 4 operatori) i positivi nella Rsa. Il sindaco Massa: «Area Vasta 5 ha inviato le Unità speciali di continuità assistenziale». L'Usb: «Rsa inadeguata per pazienti Covid e personale a rischio»
Si aggrava la situazione sanitaria nelle strutture della Rsa con otto ospiti e 4 operatori positivi al Covid, e quattordici nell’istituto “Bergalucci” di Offida. Tra questi, due pazienti (uno del “Bergalucci” ed uno della Rsa) sono stati trasportati all’ospedale “Madonna del soccorso” di San Benedetto, e sottoposti alla terapia intensiva.
Un bilancio preoccupante, quello offidano, che non tende ad attenuarsi dall’inizio di settembre, quando alcuni cittadini rimasero contagiati a seguito di alcune cene in campagna, e successivamente guariti con delle terapie a domicilio. Ora, i focolai si espandono a macchia d’olio sul territorio regionale, e anche nazionale con il nuovo decreto emanato dal Governo Conte che ha “colorato” l’Italia in tre macro zone (gialla, arancione e rossa), in base all’evolversi della curva dei contagi, adottando misure sempre più restrittive.
Ad Offida, il sindaco Luigi Massa ha invitato tutti «alla calma, e a non abbassare la guardia con il corretto uso della mascherina, l’igiene delle mani, e il distanziamento interpersonale di almeno un metro, con il divieto assoluto di assembramento».
Inoltre il primo cittadino, ci tiene a «rassicurare le persone che hanno dei familiari ricoverati nelle medesime strutture protette, perché l’Area Vasta 5 ha inviato il personale Usca (unità speciale di continuità assistenziale), che sta facendo tutto il possibile per salvaguardare la salute degli ospiti».
Infine, il sindaco Massa «ringrazia tutti gli operatori sanitari e i medici di base che stanno operando incessantemente dalla scorsa primavera».
Al momento gli offidani contagiati restano 22.
Sulla situazione nella Rsa interviene l’Usb Sanità del Piceno, denunciando l’inadeguatezza della struttura per ospitare i pazienti Covid ed il rischio degli operatori, inesperti ad affrontare l’emergenza.
«La struttura – si legge in una nota del segretario Mauro Giuliani – non è, come evidente, idonea e a norma per ospitare pazienti positivi al Covid 19. Non è possibile realizzare per gli operatori i dovuti e indispensabili percorsi pulito\sporco che possano garantire la sicurezza degli operatori e degli ospiti. A tal proposito basti dire che c’è una sola doccia di “fortuna” che verrebbe usata da 30 operatori. E, una volta usata per tornare al percorso pulito, bisogna uscire fuori in giardino scavalcare una finestra.
Non vi è stata alcuna formazione specifica per assistere pazienti molto complessi come i positivi. Tra l’altro con pazienti fragili con un’età avanzata i più complessi e a rischio aggravamento senza che vi sia presenza di medico in struttura né vi sia stato alcun affiancamento iniziale di un operatore sanitario già esperto con esperienza con pz covid19
Dal 5 novembre si sono verificati i primi contagi, invece di essere immediatamente trasferiti in strutture idonee sia per la loro tutela che a tutela dell’intera struttura degli altri ospiti e lavoratrici e lavoratori, inizialmente in totale carenza di dpi adeguati( ora presenti) di percorsi idonei, i contagi si sono allargati e ad oggi hanno contratto il virus circa 8 ospiti e 4 operatori. Gli ospiti con sintomatologia evidentemente da Covid aumentano.
In data odierna (12 novembre) sono stati eseguiti come da richiesta Usb i tamponi molecolari, ci auguriamo siano tutti negativi».