«Così si genera esasperazione».
Sono le parole del governatore Francesco Acquaroli, che nell’augurare buona domenica a tutti i marchigiani e ricordare che da oggi è entrata in vigore l’ordinanza del ministro Speranza che colloca la nostra regione nelle aree arancioni, torna all’attacco del governo.
Il presidente dunque continua a contestare il metodo che ha portato le Marche ad essere inserite nelle zone con rischio medio-alto, con conseguenti nuove misure restrittive: divieto di spostamento dal comune di residenza, salvo per motivi di lavoro, salute e necessità e chiusura totale di bar e ristoranti (leggi l’articolo).
Una decisione, quella ministeriale, arrivata dopo la consueta analisi dei dati pandemici e in particolare a pesare nelle Marche è stato l’Rt della prima settimana di novembre arrivato a 1,55 contro l’1,01 della settimana precedente, un rapporto positivi/tamponi testati sopra al 30% (30,08%) e la percentuale di posti letto occupata da pazienti Covid (40%).
Acquaroli aveva già contestato l’utilizzo di dati vecchi e la mancanza di concertazione (leggi l’articolo) e stamattina è tornato all’attacco.
«Buona domenica a tutti – ha scritto sul suo profilo Facebook –. Da oggi, per 14 giorni, va in vigore l’ordinanza firmata dal ministro Speranza a cui vi prego di attenervi scrupolosamente. Mi è molto dispiaciuta la mancanza di una comunicazione minima e della concertazione necessaria che avrebbe potuto portare a scenari diversi o comunque a rendere una misura una soluzione invece di un’imposizione. Sono amareggiato perché il mio è sempre stato un atteggiamento collaborativo con le Istituzioni nazionali e in linea con i tecnici sanitari della regione».
«Siamo in pandemia e la coesione e la forza dei messaggi sono strumenti indispensabili per comunicare le giuste informazioni alle nostre comunità -ha concluso-. Per questo la chiarezza e la concertazione sono indispensabili a rendere credibili le scelte, per questo bisognerebbe evitare sistemi schizofrenici che fanno confusione e gettano intere comunità e categorie in un allarme continui. Così si genera esasperazione. Basti pensare a chi da giallo è diventato rosso senza neanche passare per l’arancione. Faremo di tutto per combattere il virus ma ci piacerebbe farlo insieme e in maniera seria».
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