Ancora decessi nelle Marche e nel Piceno. Il Servizio sanitario regionale nel conta 6 nelle ultime ventiquattr’ore ore. Di altri 5 ha precisato che è stata accertata la diagnosi di Covid. Quindi, in totale, il numero diffuso oggi, giovedì 19 novembre, è di 11 morti.
Di questi due sono del Piceno, un uomo di 86 anni di Folignano, che era ricoverato all’ospedale “Mazzoni” di Ascoli e una donna di 80 di Castel di Lama, che si trovava invece al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto.
Gli altri deceduti, malati di Covid ma anche affetti da patologie pregresse come viene sempre precisato nel funesto bollettino arancio (vedi sotto), sono una 78enne di Loro Piceno (Macerata), una 91enne di Treia (Macerata), una 66enne di Ostra Vetere (Ancona), una 84enne di Porto San Giorgio (Fermo), dove pure ha perso la vita un uomo di 83 anni.
Sono poi venuti a mancare un 70enne di Belvedere Ostrense (Ancona), un 88enne di Jesi (Ancona), un 84enne di San Severino Marche (Macerata) e una 92enne di Senigallia (Ancona).
Mentre dunque si discute sui tavoli della politica dell’opportunità di lasciare un ospedale per Covid ed uno pulito nel Piceno e ogni giorno si sta sul chi va là per l’arrivo di una modifica alle misure restrittive anti contagio, si continua a morire. Per colpa del Coronavirus.
Che lo si voglia ammettere o no, così come cresce il numero di chi – per colpa della malattia da Covid – sta male ed ha bisogno di assistenza ospedaliera, si alza anche il numero di chi non ce la fa. Perchè la popolazione cosiddetta fragile, anziani o malati di altro, spesso soccombono sotto il colpi impietosi delle complicanze del virus.
L‘età avanzata di chi muore più volte sui social ha dato sponda ad osservazioni del tipo: “Ma quanto voleva vivere ancora”, oppure: “Stiamo ambendo all’immortalità”.
Chi riferisce del triste elenco quotidiano, viene tacciato di voler fare della notizia un uso strumentale.
La verità è che sì, l’età media delle vittime, nelle Marche – almeno come riferisce il Servizio Sanitario regionale – è di 81 anni e il 95,4 % aveva patologie pregresse.
Ma è anche altrettanto vero che queste persone, se non fossero state contagiate (e considerata l’età è difficile vederli condurre un’intensa vita sociale) forse morivano lo stesso in breve tempo. Non lo sappiamo.
Ma sappiamo che non se ne andavano da soli, in un letto di ospedale senza nessun conforto familiare. Sappiamo di figli e nipoti che non hanno potuto dire addio al padre alla mamma o ad un nonno, appesi ad un telefono dal quale una voce premurosa ha dovuto dare il triste annuncio.
m.n.g.
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