Si ristringono di nuovo i divieti di circolazione tra i Comuni contigui per usufruire dei cosiddetti servizi alla persona come parrucchieri ed estetiste.
Dopo una prima interpretazione favorevole della Regione, alla luce del passaggio in zona “arancione” delle Marche e motivata in base al “carattere fiduciario” del rapporto tra cliente e fornitore, è arrivato lo stop a parte della Prefettura di Ancona che ha mandato una nota per conoscenza anche alle sedi di Ascoli, Fermo, Macerata e Pesaro.
L’ufficio territoriale del governo non ha condiviso di fatto il parere della Regione, formalizzata con una nota del 16 novembre del servizio attività pubblicata, che è stato quindi “sospeso” in attesa di tempi migliori.
Disagi anche per i cittadini per il blocco totale dell’Abruzzo che è diventato zona “rossa”. Anche qui le chiusure imposte colpiscono in modo indiscriminato e in alcuni casi senza troppa logica a causa dei provvedimenti sempre più restrittivi.
In particolare giungono proteste per la chiusura dei centri di pranoterapia frequentati anche da tantissimi clienti che giungono dal Piceno. Con l’entrata in vigore della “zona rossa” è scattato il blocco a differenza, ad esempio, delle parrucchiere.
Si riapre così la questione della classificazione di questa categoria (al momento inquadrata come “altri servizi alla persona”), che in tutta Europa gode di ben altra considerazione, con una proposta di legge in ballo dal 1997 e mai licenziata dal parlamento.
rp
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