E’ indubbio che c’è un po’ di confusione sulla diffusione dei dati ufficiali di positivi, tamponi, pazienti ricoverati e dove. I numeri sono elevati e, soprattutto, in continua evoluzione. Il Servizio sanitario regionale ha stabilito di accentrare la comunicazione su questo settore, inviando tutti i giorni tre bollettini, blu dei tamponi effettuati ed il numero dei contagi registrati, giallo della situazione generale e arancio dei decessi.
Ma l’errore a volte è più di un numero. Come nel caso della Rsa di Ripatransone, da riconvertire a residenza Covid, ma data dal Servizio sanitario regionale come già operativa e addirittura con 20 pazienti ricoverati.
Non è così. O meglio, non ancora. La struttura è stata vuotata degli ospiti che aveva, distribuiti in cliniche private convenzionate, «ed è ancora in fase di allestimento», precisa la dottoressa Maria Teresa Nespeca, direttore del Distretto sanitario di San Benedetto.
Più di un addetto ai lavori afferma che il motivo vero per cui la Rsa è tutt’ora vuota è la mancanza di personale. La dottoressa Nespeca non lo conferma come unico motivo.
«Certo, c’è anche un problema di reperimento di operatori. Quelli in forza sono in fase di preparazione e affiancamento in un reparto Covid. Ma per aprire in sicurezza occorrono almeno 6 infermieri e 9 oss in più».
Inutile ribadire la difficoltà di acquisire nuovo personale con contratti a termine. All’appello lanciato per oltre 700 infermieri, hanno risposto in 11, disponibili dall’1 dicembre.
«In ogni caso la Rsa è stata sottoposta ad opere di adeguamento. Ora terminate».
«Per quanto riguarda l’errore, dei 20 ricoverati, probabilmente – precisa la Nespeca che ha tempestivamente chiamato il Servizio sanitario regionale per capire come sia stato possibile diffondere un dato simile – è stato fatto un maquillage tra tutti i pazienti positivi ospiti delle Rsa». Cioè quelli destinati alla struttura di Ripatransone.
m.n.g.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati