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Un sabato indecente
e pericoloso

EMERGENZA COVID - Inqualificabile il comportamento tenuto da centinaia, migliaia di giovani. Soprattutto ad Ascoli dove piazze, vie e rue del centro sono state invase da ragazzi e ragazze, anche giovanissimi, molti con in mano bicchieri e bottiglie di alcolici e super alcolici. Dpcm? Solo una sigla
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di Andrea Ferretti

Indecente. Inqualificabile. Impossibile. Assurdo. Ampia libertà di scelta per descrivere quello che è accaduto ad Ascoli sabato pomeriggio 19 dicembre.

Centinaia, forse migliaia, di giovani e giovanissimi (maschi e femmine più meno in ugual misura) che si sono accalcati – altro che assembramento, nelle vie e nelle piazze del centro, non disdegnando viuzze e ruette di solito scarsamente controllate delle forze dell’ordine.

Queste ultime fanno quello che possono, cioè poco, a volte molto poco. Della loro presenza se ne infischiano altamente un pò tutti.

Sono state tante le persone, perlopiù adulti, rimaste senza parole e perfino impossibilitate ad accedere in alcuni locali e negozi, tanto da tornarsene a casa scandalizzate e anche un pò rassegnate.

E’ il risultato dello scriteriato comportamento del popolo giovane, che non ha capito con cosa hanno a che fare. Cioè un virus subdolo e mortale che anche ieri, mentre loro banchettavano – o meglio brindavano (a cosa?) con in mano bicchieri e bottiglie di alcolici e super alcolici – ha costretto il Servizio sanitario regionale a sciorinare la solita macabra lista giornaliera dei morti per Covid nelle ultime ventiquattr’ore. Nella provincia di Ascoli, dall’inizio della pandemia, sabato sera 19 dicembre le vittime erano 122. Tante, troppe. Decessi quasi tutti avvenuti nel corso dell’ondata post estate. Molte di queste persone sono di Ascoli, probabilmente anche loro conoscenti se non addirittura parenti.

Uso delle mascherine? Un optional. Anche perchè, per mangiare e bere uno deve abbassarla o toglierla. Embè?

Uno dei tanti summit per l’emergenza Covid in Prefettura

Facile polemizzare o dissentire dai Dpcm del Governo che non sa più che pesci prendere per tenere a bada orde incontrollabili. Zone colorate, coprifuoco, orari da rispettare. Una grande confusione, è vero, ma generata da ripetuti tentativi di tenere a a bada gente che andrebbe invece ben individuata e chiusa da qualche parte dove non può nuocere.

Il prefetto di Ascoli, Rita Stentella, convoca ogni settimana il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Le prime volte lo faceva live, ora online. Sono sempre presenti tutti i responsabili provinciali, e quindi anche locali (nel caso specifico di Ascoli), delle Forze dell’Ordine: la Polizia cioè la Questura, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, le Polizie Municipali delle principali città Ascoli e San Benedetto e, per quanto riguarda San Benedetto, mettiamoci pure la Capitaneria di Porto. Ai summit sono presenti anche altri rappresentanti istituzionali, ma soprattutto i sindaci i quali ogni volta rassicurano sui controlli che però, purtroppo, si rivelano sempre più spesso effimeri.

Restando nell’ambito del capoluogo, per descrivere quello che è accaduto sabato 19 dicembre  e inorridire, era sufficiente mettere il naso fuori di casa o, per chi abita in centro, affacciarsi alla finestra.

Le denunce? Le sanzioni? Esistono e sono previste dalla legge italiana. Ma molti giovani sono all’oscuro di cosa significhi rimediare una denuncia. Per eventuali sanzioni, poi, ci penseranno mamma e papà.

E i genitori che fanno? Che dicono? Come reagiscono a questo bordello generale?

Sabato sera fuori controllo, accoltellato un giovane


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