di Luca Capponi
Schietto, coriaceo, determinato. Ma soprattutto, mai arreso. Neanche dinanzi alla malattia. E a un terremoto che avrebbe buttato giù qualsiasi amministratore, costretto a fare i conti con quel disastro. Tutti ma non lui.
Aleandro Petrucci
La scomparsa di Aleandro Petrucci, sindaco di Arquata, morto stamattina a 74 anni a causa di un male incurabile, sta suscitando commozione e cordoglio unanime. Come era inevitabile che fosse. Per la sua comunità aveva pianto e lottato, senza cedere mai neanche di fronte a presidenti del consiglio, commissari o chiunque gli si parasse davanti. Prima veniva Arquata, il comune che nel 2016 era dovuto ripartire da zero, tra mille difficoltà. Nel tempo, però, Aleandro era divenuto un simbolo per tutti.
E difatti sono centinaia i messaggi che stanno arrivando, per la maggior parte via social e soprattutto dai colleghi che bene lo conoscevano. Uno di questi è Sante Stagoni, primo cittadino di Acquasanta Terme, il comune piceno più vicino ad Arquata.
Castelli e Petrucci
A Castelli si unisce l’attuale primo cittadino ascolano, Marco Fioravanti, che ne sottolinea doti riconosciute. «Tenace, infaticabile, schietto e sincero -dice-. Hai affrontato la malattia da vero combattente, come da combattente hai difeso la tua Arquata del Tronto dopo il drammatico terremoto. La tua gente, la tua comunità, non ti dimenticherà mai. Sei e resterai per sempre un esempio. Addio amico mio, ciao Aleandro».
Allo stadio “Del Duca” coi colleghi Petrucci (Accumoli) e Pirozzi (Amatrice) – foto Ascoli Calcio
Anche dalla riviera arriva la commozione. San Benedetto fu una della città che aprì le braccia agli sfollati dopo il sisma, ospitando negli alberghi centinaia di famiglie.
«Tutti i sambenedettesi -scrive il sindaco Pasqualino Piunti– si stringono agli amici arquatani che perdono un punto di riferimento, un generoso difensore dei diritti della sua comunità, un protagonista di mille battaglie per il rilancio dell’area montana colpita dal terremoto. Io perdo un collega prezioso di tante esperienze politiche comuni, un amico vero».
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