di Stefania Mistichelli
Sebbene oggi gli studenti marchigiani non siano rientrati a scuola in presenza, né al cinquanta né al settanta per cento (e con loro quasi tutti gli altri – le uniche regioni dove le scuole superiori hanno riaperto oggi sono l’Abruzzo, la Toscana e la Val D’Aosta) c’è qualcuno che oggi, ad Ascoli, ha potuto varcare i cancelli dei propri Istituti, almeno per frequentare i laboratori.
«Siamo in DAD al cento per cento, fatta eccezione per gli studenti con disabilità o con esigenze particolari che stanno continuando a venire a scuola per l’intero monte ore del progetto – fa sapere Nazario D’Amato, il dirigente dell’Istituto di Istruzione Superiore “G. Mazzocchi-Umberto I” di Ascoli- e, proprio da oggi, inoltre, abbiamo modificato l’orario in modo che la classi terze delle biotecnologie possano accedere ai laboratori, una volta a settimana per sei ore, metà classe per volta mentre l’altra metà segue l’esperienza da casa. Abbiamo fatto questa valutazione visto che le terze avrebbero dovuto cominciare a frequentare i laboratori ad ottobre, quando già per diverse vicende eravamo chiusi. Le norme ce lo consentono anche se purtroppo, nel caso diventassimo zona rossa, dovremmo sospendere. Aspettiamo venerdì per capire cosa succederà».
E davvero tutto potrebbe succedere: sia un inasprimento delle misure nel caso che il governo riveda i parametri destinati a “colorare” le diverse regioni italiane sia un parziale rientro visto che il governatore delle Marche avrebbe la possibilità, in caso di miglioramento dei dati relativi ai contagi, di riaprire le scuole, almeno al cinquanta per cento della presenza. Ed è per essere pronti a qualsiasi evenienza che al Mazzocchi-Umberto I hanno già “pronte all’uso” diverse programmazioni.
«Prima di Natale – spiega D’Amato – si parlava di possibile rientro al settanta per cento, poi sotto Natale al cinquanta. Per fronteggiare le comunicazioni dell’ultim’ora, abbiamo previsto una sorta di automatismo che ci fa trovare pronti in entrambi i casi».
E in effetti la tempistica con la quale il governo dirama decisioni e provvedimenti è spesso finita nell’occhio del ciclone.
«Sarebbe indispensabile – afferma Arturo Verna, dirigente del Liceo Classico “Stabili – Trebbiani” di Ascoli – programmare a lungo termine: sarebbe meglio ad esempio chiudere per un lungo periodo per poi avere la certezza di riaprire, piuttosto che lanciare provvedimenti e, prima ancora che questi vengano sperimentati, ritirarli e cambiarli. Questo costringe ad un lavoro immane e non riguarda solo il mondo della scuola, ma il sistema Italia. Certo il virus ha un suo andamento, ma se seguiamo il virus senza neanche sperimentare le misure non riusciamo a programmare nulla. Detto questo, è evidente che la regione abbia dovuto prendere una misura tutelare guardando i dati e la scuola non può fare altro che condividere queste misure ed organizzarsi di conseguenza».
«Sicuramente la DAD è molto pesante – aggiunge Verna – sia per gli insegnanti e sia per gli studenti che non posso che non elogiare per l’impegno profuso, perché manca la relazione educativa che è un importante fattore di crescita trasversale. Guardando la provincia di Ascoli, come emerso dai tavoli che si sono tenuti alla fine del 2020, la scuola sarebbe stata pronta a riaprire il 7, come anche i trasporti: la Start ci comunicò, infatti, che sarebbe stata in grado di garantire il trasporto al 50% della capienza. Ora attendiamo gli sviluppi e le decisioni che il governo prenderà venerdì».
La curiosità: su Instagram, dopo le varie iniziative a sostegno della riapertura delle scuole come @prioritaallascuola, è spuntato oggi il profilo @disagioadistanza. Neanche 18 ore di vita, già quasi 1.000 follower, è la “pagina ufficiale di riferimento per i ragazzi che chiedono un rientro sicuro”.
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