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Nuove regole anti Covid,
tuona il sindaco Fioravanti:
«La misura è colma, basta incertezze»

ASCOLI - Il primo cittadino si scaglia contro i tentennamenti governativi tra riaperture e chiusure. «Chiusura delle attività ma con ristori concreti o riapertura nel rispetto delle normative di sicurezza». Ecco le sue dichiarazioni complete
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Il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti

Il rischio per le Marche di tornare in zona arancione in ragione di una modifica dei parametri di rischio ha fatto saltare sulla seggiola in sindaco di Ascoli Marco Fioravanti (leggi qui come lo ha anticipato il governatore della Regione Marche Acquaroli).

Il primo cittadino chiede certezze. Se deve essere chiusura, che sia. Ma con ristori concreti e immediati. Oppure si riapra in tutta sicurezza. E che si dia maggior potere ai sindaci per misure cucite addosso alle esigenze delle diverse realtà. Dice in sintesi. Ma ecco le sue dichiarazioni complete diffuse attraverso una nota stampa.

«Le notizie arrivate nelle ultime ore dai palazzi del Governo rischiano di danneggiare ulteriormente la già difficile situazione sanitaria, economica e sociale che milioni di cittadini italiani stanno affrontando. Non è possibile continuare a temporeggiare. In ballo c’è il futuro del nostro Paese.

Bisogna immediatamente risolvere il problema che si è venuta a creare, poi il Governo dovrà prendere una decisione: chiusura delle attività, ma con ristori concreti e liquidità immediata per partite iva e lavoratori, o riapertura nel rispetto delle normative di sicurezza. Perché così non è più possibile andare avanti.

L’Italia e gli italiani sono in gravi difficoltà e non possono restare in balia di un Governo ondivago e che fatica a scegliere. In queste ore sta montando la protesta #ioapro, con alcuni esercenti commerciali che “minacciano” la riapertura delle loro attività.

Da uomo delle istituzioni, sono il primo a essere convinto che le regole vadano rispettate e sono il primo a ricordare quotidianamente ai cittadini l’importanza di attenersi a tutti i protocolli in vigore, con preciso riferimento alle misure restrittive. Ma non è più possibile andare avanti nella completa incertezza, tra un susseguirsi continuo di chiusure, aperture e nuove chiusure.

Tantomeno con decreti che vengono resi noti solo poche ore prima della loro effettiva entrata in vigore, non consentendo ai lavoratori e ai loro clienti la possibilità di una effettiva e valida organizzazione.

La misura dei cittadini è colma e il Governo deve scegliere quale strada percorrere. O chiudere le attività, garantendo però ristori reali e liquidità immediate che permettano davvero ai lavoratori di far fronte a quelle spese fisse che sono costretti a pagare pur tenendo abbassate le loro serrande; o riaprire in piena sicurezza le diversificate attività nel rispetto di regole, protocolli e norme previste in questo periodo. Delle due, l’una.

Il nostro Paese deve fungere da modello nella ripartenza economica e sociale post Covid: servono misure certe e “sartoriali”, che possano cioè coniugarsi al meglio con le specifiche esigenze locali anche in base al numero dei contagi presente in ogni territorio.

In questa ottica, ritengo sia importante dare maggior potere ai sindaci: gli amministratori locali hanno contatti diretti con i loro cittadini, sono i primi a conoscere le esigenze e i bisogni delle proprie comunità e – in base alla situazione dei contagi – possono intervenire adeguatamente e fattivamente per trasformare le loro necessità in azioni amministrative. L’auspicio è che il Governo comprenda appieno le esigenze di milioni di famiglie in questo periodo così difficile: ne va del futuro del nostro Paese».



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