di Andrea Ferretti
Chi era Franco Lettieri? Ad Ascoli ormai lo conoscevamo un pò tutti, nonostante vivesse in città solo da cinque anni, lui campano della provincia di Salerno, anche se in molti lo chiamavano “il napoletano”.
Ad Ascoli aveva anche sposato una donna, che aveva più anni di lui, morta la scorsa estate all’ospedale “Mazzoni” di Ascoli.
Lettieri, morto ieri sera venerdì 15 gennaio in via dei Soderini, a pochi metri dalla sua casa di Rua della Notte, non era certo il tipo da passare inosservato. Era infatti molto facile incontrarlo mentre sfrecciava a bordo di un monopattino elettrico con cui si spostava per le vie del centro, spesso con l’inseparabile telefono cellulare all’orecchio.
Ed è proprio nel centro storico che viveva e si è consumata la tragedia. Abitava in un piccolo appartamento situato nell’unico portone di Rua della Notte, piccola traversa che unisce via dei Soderini e via Colombo, strada senza uscita che sbuca in via delle Torri.
E’ morto lì, accasciandosi proprio tra le due porticine d’ingresso del Palazzetto Longobardo, fino a non molto tempo fa anche la sede dell’Ostello della Gioventù, ora definitivamente chiuso.
La lite, poi sfociata nella mortale aggressione, è avvenuta in Via delle Stelle, meglio conosciuta come ‘rrete li mierghie”, strada famosa per essere un richiamo turistico di Ascoli, ma anche meta di giornalieri pellegrinaggi di giovani e giovanissimi la cui presenza, soprattutto nei pomeriggi e nelle serate del weekend, hanno ormai esasperato i residenti che, ogni volta, sollecitano puntualmente l’intervento delle forze dell’ordine.
Un aspetto, quest’ultimo, assolutamente non collegato con quello che, a tutti gli effetti, ha i contorni di un vero e proprio omicidio. Ma è anche vero che potrebbe essere questa l’occasione per far sì che la storica e caratteristica strada che costeggia il Tronto, non sia più la latrina che è diventata. Che sparisca ad esempio il “tappeto” formato da cicche di sigarette, bottiglie e bicchieri rotti, escrementi vari, residui di cibo e rifiuti di altro genere. Un dato di fatto che regge a qualunque smentita.
La zona dove è avvenuta la mortale aggressione è ormai desertificata, dopo che numerose famiglie sono state costrette a lasciare le proprie case lesionate dal terremoto. Surreale l’atmosfera che si è presentata a forze dell’ordine e i pochissimi testimoni. Molti residenti non si sono nemmeno resi conto di ciò che era accaduto, nel silenzio di una delle tante sere in cui, tra freddo polare e restrizioni varie, quasi più nessuno mette il naso fuori di casa.
Qualcuno è stato richiamato dai lampeggianti dell’ambulanza, niente di più.
Le indagini sono in mano ai Carabinieri, anche se sul posto ieri sera sono giunte anche alcune pattuglie Polizia. Si sta cercando innanzi tutto di risalire al movente che ha scatenato la furia omicida.
Sta di fatto che Lettieri e il rumeno suo coetaneo accusato ora dai Carabinieri di averlo colpito a morte con due coltellate, si sono presumibilmente incontrati in Via delle Stelle. Poi, per motivi che come detto sono al vaglio degli investigatori dell’Arma, l’alterco si è originato in prossimità dell’imbocco di Rua Flavia Guiderocchi, una delle due stradine che costeggiano il Palazzetto Longobardo.
E’ lì che c’era infatti la scia di sangue lasciata a terra da Lettieri il quale ha tentato una sorta di fuga avvicinandosi alla sua abitazione distante qualche decina di metri. Una volta giunto in via dei Soderini, però, le forze hanno abbandonato l’uomo che e si è appoggiato con le spalle al muro dello stesso Palazzetto Longobardo. Dove l’hanno visto i primi soccorritori – un residente e un medico che stava facendo la sua solita passeggiata serale – ma ormai non c’era più niente da fare.
Il 56enne si è accasciato al suolo ed è morto. “Respirava a fatica, aveva perso conoscenza, è morto nel giro di pochissimi minuti” hanno detto. Proprio quello che hanno certificato i sanitari del 118 intervenuti. Gli stessi che, dopo aver constatato il decesso, hanno poi pietosamente coperto il corpo di Lettieri con un telo verde.
Il cadavere è rimasto lì sulla strada per oltre due ore, fino a che, dopo la mezzanotte, non è stato trasportato all’obitorio dell’ospedale “Mazzoni” dove verrà sottoposto ad autopsia. Questo è avvenuto dopo che il magistrato ha dato il suo ok per la rimozione ai Carabinieri i quali sono intervenuti in forze, con gli uomini del reparto scientifico che hanno effettuato i rilievi sul corpo e sulla zona adiacente al ritrovamento. Contemporaneamente molti colleghi si sono gettati sulle tracce dell’aggressore.
Sembra che lo stesso Lettieri, prima che le forze lo abbandonassero, sia riuscito a telefonare al 112 e perfino a fare il nome di chi l’aveva accoltellato.
E’ stato condotto nella caserma “Piermanni” del Comando provinciale e poi, a notte fonda, trasferito al carcere di Marino del Tronto. Dove si trova chiuso in una cella, in attesa della convalida dell’arresto che dovrebbe avvenire all’inizio della prossima settimana.
Oltre che risalire al movente, le indagini devono anche appurare l’eventuale presenza di una terza persona, presente sulla scena del delitto quando a Lettieri sono state inferte le due coltellate, che sembra gli abbiano reciso l’arteria femorale.
Il corpo è rimasto in terra in una pozza di sangue. Questa mattina, a distanza quindi pochissime ore, della scena del crimine restava solo un piccola pozzanghera d’acqua, quella usata per lavare la strada sporca di sangue.
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