di Maria Nerina Galiè
Si sono conclusi i lavori di ristrutturazione della vecchia Medicina d’Urgenza dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli. Un’opera che completa l’adeguamento del Pronto Soccorso, iniziato il 28 settembre scorso, necessario da tempo, da prima che la pandemia rischiasse di mettere in ginocchio il sistema sanitario piceno.
«Adesso, con l’emergenza Coronavirus in corso, permette di avere un percorso adeguato per curare con maggiore sicurezza i pazienti che arrivano. Contagiati e non». Parola di Carlo Marinucci, primario di Radiologia dell’Area Vasta 5, individuato figura di raccordo tra i reparti Covid degli ospedali piceni.
Sul fronte ricoveri, il reparto emergenza e urgenza in questo momento sta respirando. Entrambi gli ospedali del Piceno ora stanno dando una mano al “Murri” di Fermo ma i reparti Covid hanno ancora margine.
La pressione al Pronto Soccorso di Ascoli è alleggerita anche dalla Tac per Covid, inaugurata a maggio scorso.
«I pazienti contagiati curati a casa – dice il primario – vengono per sottoporsi all’esame con prenotazione del medico di famiglia, senza più passare per il Pronto Soccorso. Ci sono stati periodi in cui ne abbiamo fatte più di 10 al giorno. Ora siamo a circa 3».
Questo però non vuol dire che si può tirare un sospiro di sollievo.
«Tutte le epidemie hanno una terza ondata, che può essere violenta ma anche blanda. Dipende dall’efficacia delle misure che sono state prese», afferma il dottor Marinucci.
E’ sempre Marinucci a spiegare come è organizzato adesso il servizio e quali sono i piani per un’altra, eventuale, impennata delle richieste di ospedalizzazione.
«Con la ristrutturazione della vecchia Medicina d’Urgenza (Murg) adesso abbiamo 13 posti letto nuovi.
Il paziente che, arrivato al Pronto Soccorso del “Mazzoni”, viene giudicato da ospedalizzare, in attesa di essere destinato al reparto appropriato viene screenato con il tampone antigenico rapido. Tempo di risposta 15 minuti.
Con esito dubbio o positivo segue il molecolare. In questo caso l’esame viene fatto in urgenza ed il responso arriva in due, massimo tre ore.
Il paziente, al quale nel frattempo sono state somministrate le cure necessarie, aspetta al pre Covid o Stanza Sars che può essere anche il container esterno al Pronto Soccorso, la Stanza 19.
Se il paziente è negativo va all’Obi Murge del terzo piano, ex Day Surgery, dove può rimanere anche qualche giorno prima di essere destinato al reparto.
Anche qui a dicembre abbiamo rinnovato tutto.
Se invece è positivo, in attesa di andare nel reparto Covid di pertinenza, resta in osservazione breve al piano terra, nella vecchia Murg ora rinnovata, ma sempre in un’apposita ala separata dal resto della struttura.
Sia la Murg del Pronto Soccorso che quella ricavata al terzo piano sono state adeguate con nuovi testaletto, potenziamento dell’impianto di ossigeno.
All’ex Day Surgery sono state realizzate zona filtro e docce per il personale».
A che scopo se è un reparto pulito?
«Perché se dovesse servire, il reparto è attrezzato per diventare una semi intensiva per Covid. Stiamo rifacendo il piano pandemico in vista di una possibile terza ondata e che sottoporremo all’approvazione dell’Asur.
In sostanza, in caso di recrudescenza, siamo attrezzati con postazioni che però vorremmo attivare in maniera corretta e lecita».
Ma non serve solo l’approvazione da Ancona.
«Servono infermieri e almeno altri 3 medici per far funzionare a pieno regime le due Murge. Per ora ne abbiamo trovati due con contratti libero professionali, tramite il bando regionale».
A dicembre è stata anche rinnovata l‘Osservazione tecnica, al piano terra del Pronto Soccorso.
«Si tratta di 7 posti letto in una stanza gestita da rianimatori, infatti si trova di fronte alla Rianimazione. E’ per i pazienti non Covid che hanno bisogno di assistenza specialistica».
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