di Stefania Mistichelli
La querelle sulla chiusura delle scuole superiori continua. Da un lato il Comitato tecnico scientifico che dà il via libera per un progressivo rientro in classe, dall’altro le Regioni che proseguono con le chiusure. In mezzo, gli studenti, che da marzo – con qualche interruzione – si confrontano con questa scuola a distanza, che scuola non è.
La ministra Lucia Azzolina, infatti, lo ha ribadito più volte: le scuole “hanno un ruolo limitato nella trasmissione del virus, l’assenza prolungata da scuola può provocare conseguenze gravi nei ragazzi, per gli apprendimenti e per la sfera emotiva e relazionale”, quindi “il rientro a scuola è un atto di responsabilità”.
Questo in un mondo ideale. Nella vita vera, quella di migliaia di studenti e famiglie, la situazione è un po’ diversa. Gli studenti di tutta Italia, infatti, vorrebbero rientrare a scuola, ma “in sicurezza“, e questo non può accadere se non si risolve, in primo luogo, il nodo dei trasporti pubblici, utilizzati dalla stragrande maggioranza degli studenti.
Lo ha appurato il magazine “Orizzonte scuola”, che da un sondagio condotto su oltre 15.000 studenti di tutta Italia ha verificato che il 91% di loro sono contrari ad un rientro considerato – ad oggi – poco sicuro.
Un orientamento confermato anche in città.
«Noi studenti del Liceo “Stabili-Trebbiani” ci siamo adattati al cambiamento che c’è stato -spiegano i ragazzi del liceo-. E’ quasi un anno che la Dad è entrata a far parte della nostra quotidianità e, per quanto sia ovviamente preferibile un rientro in presenza dal punto di vista relazionale e per la tipologia di lezioni, la didattica digitale resta ad ora la soluzione più sicura, non per il rischio di contagio scolastico quanto per l’inadeguatezza della gestione dei trasporti».
«Come scuola non ci siamo fatti aspettare né abbiamo procrastinato in attesa di un rientro: abbiamo organizzato assemblee d’istituto online, Open Day per i futuri studenti e orientamento universitario per chi è in uscita, ci siamo sempre mossi attivamente sin dall’inizio di questo periodo -continuano-. Anche i nostri professori hanno dimostrato competenza nell’affrontare quella che è stata una grande novità per tutti. Per quanto riguarda invece il rientro la Dad deve essere solo una soluzione momentanea, ci auguriamo tutti di tornare in presenza nel minor tempo possibile ma solo quando, e se, le condizioni epidemiologiche lo permetteranno».
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