di Stefania Mistichelli
All’indomani della presentazione del “pacchetto sicurezza nelle scuole” da parte della regione Marche, l’ufficio scolastico provinciale ha convocato per domani alle 12, in videoconferenza, il tavolo regionale di confronto sulla eventuale ripresa della didattica in presenza nelle scuole secondarie di secondo grado con tutti i portatori d’interesse della scuola.
All’incontro parteciperà anche la Regione Marche che, ieri, ha parlato di possibile rientro al cinquanta per cento già da lunedì prossimo 25 gennaio . «Se l’indice Rt rimarrà inferiore a 1 e non si alzerà la curva dei casi asintomatici e sintomatici», aveva detto il governatore Francesco Acquaroli.
Rientro reso più sicuro da un serie di misure che vanno dalla sanificazione degli ambienti al miglioramento dell’areazione degli ambienti alla possibilità di tamponi gratuiti senza prenotazione per tutti, studenti, docenti e personale scolastico.
Un pacchetto che non tiene conto della principale preoccupazione degli studenti di tutta Italia, che più volte hanno ribadito che il principale ostacolo ad un rientro in sicurezza fosse il nodo trasporti: il problema è arrivare a scuola (essendo costretti ad utilizzare mezzi strapieni), non tanto stare in classe.
«Quasi tutti i nostri studenti vengono dalla Vallata – spiega Mattia Mannocchi, rappresentante d’istituto dell’istituto d’istruzione superiore “C. Ulpiani” di Ascoli – e quindi la maggior parte di noi utilizza i trasporti pubblici.
Se devono riaprire le scuole per chiudere subito dopo, come già successo, è meglio che lascino perdere.
Adesso ci dicono che è garantito il trasporto al cinquanta per cento; davvero potremo stare in autobus ad almeno un metro l’uno dall’altro?
Finora non è stato così. Stiamo seguendo gli sviluppi in merito alla riapertura lunedì e stiamo cercando di convocare un’assemblea d’istituto (sempre a distanza) in modo da poterci confrontare con tutti i rappresentanti di classe e capire come muoverci.
Se non riuscissimo a farlo in settimana, cercheremo comunque di sentirci via whatsapp per decidere cosa fare.
Di certo faremo sentire la nostra voce».
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