di Maria Nerina Galiè
Il terremoto scatenato in Regione dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci, con al centro l’iniziativa del Soroptimist di Ascoli di sottoporre a tampone rapido gli studenti di due scuole superiori del Piceno, ha colto di sorpresa Cesare Milani, direttore di Area Vasta 5.
«Così facendo – aveva spiegato il Soroptimist – sarà possibile monitorare il percorso di ogni studente e risulterà più semplice isolare in tempi rapidi i casi positivi ed avere una effettiva prevenzione, in modo da assicurare a tutti, un ritorno a scuola in sicurezza, abbandonando la didattica a distanza che penalizza i nostri ragazzi in tutti i campi».
Le scuole scelte per l’avvio dell’iniziativa sono l’Istituto Superiore “Orsini Licini” di Ascoli (il 28 gennaio) e il Liceo Scientifico “Rosetti” di San Benetto (il 27 gennaio). L’auspicio era di continuare con tutte le altre.
«Ho accolto con plauso il progetto del Soroptimist», afferma Cesare Milani.
«La presidente mi ha chiesto circa 6-8.000 kit. Trovando l’iniziativa lodevole, ho accettato verbalmente la proposta. L’intenzione non era di utilizzare i test fornitici per lo screening nei Comuni. Li avrei presi dai 19.500 che la Fondazione Carisap, su mia richiesta, aveva acquistato a novembre per Area Vasta 5.
In ogni caso avrei dovuto fare una determina. Il fatto che i test provengono da una donazione privata non mi esenta dall’essere autorizzato dall’Asur per utilizzarli. Lo so benissimo. Infatti avrei chiesto il consenso prima di firmare la determina di assegnazione».
Invece non ce n’è stato il tempo e per ora è tutto fermo. O, si spera, soltanto rimandato.
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