di Gianluca Ginella
Si apre una settimana che potrebbe essere decisiva per le indagini sulla morte di Rosina Carsetti. Dal suo omicidio è trascorso un mese, la procura a distanza di un paio di giorni aveva iscritto nel registro degli indagati la figlia della 78enne uccisa, Arianna Orazi, il nipote, Enea Simonetti, e il marito Enrico Orazi. Da allora gli inquirenti hanno proseguito con le indagini e la loro idea che ad uccidere la 78enne sia stato qualcuno di loro si è fatta sempre più forte.
Dall’altra parte la difesa ha sempre sostenuto che il delitto sia stato commesso da un rapinatore che nel tardo pomeriggio della vigilia si era introdotto nella villetta di Montecassiano, in via Pertini, dove vivevano Rosina e i suoi tre familiari ora accusati del delitto. Dalle indagini spunta un altro dettaglio. A fine anno Arianna Orazi ed Enea Simonetti hanno formattato i loro cellulari. È quanto emerso dagli accertamenti svolti dalla procura e affidati al consulente tecnico Luca Russo. Per formattare quei telefoni (si tratta di due iPhone, un Xs e un Xs Max) è sufficiente entrare su impostazioni e poi andare a ripristinare il telefono alle condizioni di fabbrica. La formattazione non ostacola le operazioni dei consulenti che sono comunque riusciti a recuperare i dati che c’erano sul telefono, al massimo potrebbe essere sfuggita qualche piccola informazione.
Ma perché fare una simile operazione? C’era qualcosa che volevano nascondere? Certamente è una domanda che si sono fatti gli inquirenti che successivamente sequestrarono i telefoni.
Il legale di Arianna ed Enea, l’avvocato Andrea Netti, sulla questione ha sentito i suoi assistiti. «Non so della formattazione, so che i telefoni avevano avuto dei malfunzionamenti e, da quanto mi hanno detto, avevano fatto una attività di ripristino. Vedremo quello che dice la relazione dei consulenti».
La procura sta andando a mettere a fuoco ancora alcuni dettagli ma gli inquirenti avrebbero ormai in mente un quadro piuttosto chiaro di quello che è accaduto il 24 dicembre nella villetta di Montecassiano e sono convinti che il delitto sia nato all’interno delle mura domestiche.
Tra gli esami che sono stati disposti, oggi ce n’è stato uno che ha riguardato sia Arianna, che Enea, che Enrico Orazi, il marito di Rosina. Gli inquirenti li hanno invitati a presentarsi in ospedale, a Macerata, e sono stati pesati. Un esame che potrebbe essere legato al modo in cui Rosina è stata uccisa, l’assassino l’ha strangolata ma per farlo si è appoggiato su di lei rompendole alcune costole. E forse proprio questo vogliono valutare gli inquirenti con questo accertamento. Altri esami invece saranno svolti l’8 febbraio a Roma dai Ris. Esami di natura biologica (erano previsti per il 5 e sono slittati all’8) che riguardano i campioni prelevati nel corso delle indagini, tra questi il materiale sotto le unghie di Rosina. La difesa nominerà un proprio consulente che parteciperà agli accertamenti.
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