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Biodigestore, i sindaci della Valdaso:
«Che lo facciano ad Ascoli»
«Assurdo non coinvolgerci»

FORCE - Un coro di no da parte dei primi cittadini della sponda fermana, interessati dal progetto che vedrà la luce nella frazione di San Salvatore. Scendoni (Ortezzano): «Grave sgarbo istituzionale, troppo poco tempo per fare osservazioni». Screpanti (Montelparo): «Nessuno si è posto dubbi sulle ripercussioni eventuali per agricoltori e strutture ricettive»
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di Andrea Braconi

Un déjà vu per il Fermano, con le lancette che tornano indietro di almeno un decennio. Era il 2010 quando l’Associazione di Tutela e Valorizzazione della Valdaso si trovava, insieme ad altre associazioni e comitati ambientalisti, in prima linea per la battaglia contro il fotovoltaico installato su terreni agricoli. In questo inizio di 2021, invece, a far rialzare la voce a cittadini, imprenditori agricoli e proprietari di strutture ricettive è la notizia dell’avviso da parte della provincia di Ascoli del procedimento di autorizzazione per la realizzazione di un impianto di produzione di biometano ed ammendante di qualità da Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) in località San Salvatore, nel comune di Force (leggi qui).

La Valdaso

«Da due anni si sta lavorando su questo progetto senza che nessuno sapesse niente e senza coinvolgere i sindaci dei Comuni limitrofi – dichiarano dall’associazione, che domenica mattina nella Cantina Sociale di Montalto Marche tornerà a riunirsi per dare continuità ad alcune importanti azioni, tra le quali una petizione – tutto è passato in sordina, ci ritroviamo al 15 gennaio con un parere favorevole per un progetto di tale rilevanza e senza che la popolazione fosse informata. Noi siamo sempre stati per la sostenibilità, siamo per l’energia green, per le rinnovabili, ma un impianto di questo tipo non c’entra nulla, non è neanche un esempio, a nostro avviso, di economia circolare».

Secondo una nota redatta dalla stessa associazione, l’impianto per cui si chiede l’autorizzazione (sono previsti circa 47.000 metri cubi di cemento, per più di 22 000 metri quadrati), «tratterà, a pieno regime, 50.000 tonnellate di rifiuti organici l’anno più 18.000 di verde, per un totale di 68.000 tonnellate di massa organica all’anno». «Ma l’autorizzazione – proseguono – prevede di potere stoccare fino a 100.000 tonnellate in uno stesso momento. Circa 200 tonnellate di immondizia al giorno, domeniche e festività incluse. Tonnellate di rifiuti organici che verranno immagazzinate nelle vicinanze di abitazioni, coltivazioni, strutture per l’accoglienza di turisti e, da non sottovalutare, vicino alla parte alta di un fiume che attraversa un’intera valle».

E la produzione di biometano, aggiungono, comporterà un forte impatto in termini di viabilità. «Tutto il materiale dovrà essere trasportato su gomma, lungo la Strada provinciale 238, una doppia strada fondovalle che costeggia il fiume Aso. A questo deve essere aggiunto il traffico derivante dal trasporto su autobotti dell’acqua necessaria per il funzionamento dell’impianto. Questo comporterà il transito di decine di camion autoarticolati, su e giù per la Valdaso con inevitabili immissioni di polveri sottili e gas inquinanti».

Oltre ai sindaci dell’Ascolano (leggi qui), si sono mobilitati anche i colleghi della sponda fermana della Valdaso, che hanno rimarcato «il grave sgarbo istituzionale».

«Il nostro è un No chiaro all’impianto, per le sue caratteristiche, ma è anche un No al modo in cui tutta questa storia è stata portata avanti – è la posizione di Marino Screpanti, primo cittadino di MontelparoNon è possibile che il sottoscritto, sindaco del paese più coinvolto dopo Force, non sia stato chiamato alla Conferenza dei Servizi della Provincia di Ascoli e che, soprattutto, venga a sapere tutto da voci di corridoio.

Dire che ci sono rimasto male è poco, le cose si discutono e in quella sede ognuno esprime il proprio parere. Una cosa di quella portata qui non è possibile, che la facciano ad Ascoli dove c’è la discarica. Ho già mandato una pec nella quale chiedo di fermare tutto: questo impianto e quello che ne consegue ce l’ho proprio dentro casa. Ma nessuno si è posto dubbi sulle ripercussioni eventuali per gli agricoltori e per le strutture ricettive del nostro territorio? Ti chiamano per una pala eolica, ma per questo no, è assurdo».

Screpanti annuncia un imminente Consiglio comunale, che farà seguito alla riunione prevista per venerdì 5 febbraio nella sede della Provincia di Fermo insieme agli altri colleghi sindaci, tra i quali Giusy Scendoni di Ortezzano. «Ho tante perplessità su questo progetto. Innanzitutto c’è lo sgarbo istituzionale perché i Comuni della Valdaso e la Provincia di Fermo per un impianto di questo tipo e con un impatto così forte dovevano essere coinvolti e invece non sono stati coinvolti; i cittadini dovevano essere informati e invece non sono stati informati».

Sono tanti, per Scendoni, gli aspetti da considerare in questa vicenda. «Sicuramente non è la valle dell’Aso il luogo adatto per questo impianto privato, perché è un’area che sta investendo tantissimo e con fatica su turismo e agricoltura biologica e sostenibile, quindi questo avrebbe comunque una ripercussione, anche solo di immagine. Si va ad incidere anche su tante imprese locali che da anni stanno lavorando e investendo qui».

E tanti sono i dubbi da sciogliere. «Da dove verranno questi rifiuti? E la questione viabilità, sottovalutata, quella delle emissioni di Co2, visto che si parla del passaggio di una media di 8 camion all’ora? Che vantaggi porta al territorio? E perché nonostante ci fossero altre zone, hanno scelto proprio la Valdaso? Perché questa valle, dove c’è un contratto di fiume con gli agricoltori che hanno preso impegni precisi per migliorare la qualità, sia dell’ambiente che dei prodotti?».

Domande che ritornano, quindi, sulle quali le comunità locali pretendono risposte immediate, prima che la situazione diventi irreversibile. Anche se, fa presente la sindaca Scendoni, «non essendo stati coinvolti nell’iter, quali osservazioni ci permetteranno di portare entro il tempo previsto dalla legge a seguito dell’avviso della provincia di Ascoli?».


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