di Luca Capponi
«Umano, discreto, mite, sempre impegnato per gli altri. Era fatto di una pasta che oggi, purtroppo, non esiste più».
La chiesa di San Bartolomeo alle Piagge e, nel riquadro, Adelmo con la moglie Liliana
La piccola chiesa di San Bartolomeo, alle Piagge, ha dato l’ultimo saluto ad un uomo di levatura quale era Adelmo Faini. Scomparso all’età di 80 anni dopo una tribolata malattia, ha lasciato un enorme vuoto. Palpabile, negli occhi gonfi di lacrime dei tanti che nella giornata di venerdì 5 febbraio hanno voluto salire nella piccola frazione a pochi chilometri da Ascoli per un abbraccio d’affetto. A lui ed alla sua famiglia, alla moglie Liliana e ai figli Valentina e Dario, quest’ultimo musicista di rango internazionale.
Mai come stavolta, le parole buone che ne hanno accompagnato la dipartita non sono suonate di circostanza: Adelmo era davvero una gran brava persona, «un signore» come l’ha definito l’amico Mimmo Catalucci, con cui aveva militato nelle file del Pci ai bei tempi, «quando la politica era fatta da persone oneste».
E dell’onestà Adelmo aveva fatto un baluardo, non solo quando era consigliere comunale, ma durante tutti i suoi impegni a favore dei lavoratori, nel sociale ma soprattutto nella vita di tutti i giorni.
Dario Faini
La moglia Liliana, in una lettera letta a voce alta proprio da Catalucci, ha ricordato quando con le sue battaglie condotte sempre con lealtà, Adelmo era riuscito a portare il gas nella piccola Piagge, tantissimi anni fa: era comosso, all’epoca, e l’accendino con cui accese la prima fiammella nel suo amato paese lo ha conservato fino all’ultimo.
Toccante l’omelia di don Francesco Mangani, uno di quei ragazzi cresciuti negli anni ’80, coetaneo del figlio Dario, che non ha potuto fare a meno di ricordarne il forte senso di giustizia e il senso di amore che lo portava a manifestazioni tanto silenziose quanto piene.
«Adelmo era un uomo di poche parole e molti fatti». E chi scrive aggiunge: di un’umiltà d’altri tempi.
Dario, che attraverso alcune commoventi parole scritte sul suo profilo Facebook aveva dedicato al papà un pensiero profondo e limpido («So che da qualche parte ti rincontrerò per dirti forte e chiaro, quello che ti ho detto forse poche volte, un po’ per timidezza, un po’ per imbarazzo, un po’ per timore riverenziale quando si ha un padre grande come te: GRAZIE»), ha parlato attraverso ciò che sa fare meglio, cioè suonare: ha eseguito al piano uno dei suoi brani più malinconici ed evocativi, “Angoli di ieri”.
«Tu, che di musica non sapevi assolutamente niente, non ti sei mai spaventato di fronte alle mie stravaganze, ai miei trucchi, e a tutto l’esercito spaventoso di poster appeso al muro della mia camera -ha scritto ancora Dario-. Anzi, mi mettevi in macchina e mi portavi a tutti quei concerti, lontano lontano, aspettando fuori, da solo, la fine del live, per poi riportarmi felice a casa, viaggiando ore di notte».
Alla fine della cerimonia ha preso parola anche il sindaco Marco Fioravanti: «Non volevo dire nulla, mi sento un puntino dinanzi a una persona così grande. Conoscevo personalmente Adelmo, faremo di tutto per tramandarne il ricordo ai giovani intitolandogli qualcosa qui alle Piagge».
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