«Come già anticipato in precedenza, a prescindere dalle opinioni che ciascuno può aver maturato sull’utilità del progetto, il progresso del territorio va portato avanti insieme».
A tornare sul biodigestore di San Salvatore, dopo alcuni giorni di silenzio e, soprattutto, dopo essere guarito dal Covid, è il sindaco di Force Augusto Curti.
«È del tutto evidente come sindaci e cittadini, oggi, stiano esprimendo una contrarietà all’iniziativa -spiega-. Contrarietà che si è confermata anche a seguito delle riunioni convocate con la ditta. Faremo senza dubbio la nostra parte collaborando fattivamente alle iniziative che verranno assunte da parte del territorio. Force, nel contesto istituzionale dell’Unione Montana dei Sibillini, si uniformerà alla posizione di tutti gli altri Comuni, cosi come ha sempre fatto».
«Se c’è davvero volontà di opporsi a questo percorso -continua Curti- bisogna far sì che l’atto autorizzativo vincolante emesso dalla Regione Marche il 20 gennaio venga ritirato. Una volta ritirato, la Provincia non potrebbe che concludere il proprio iter con un diniego autorizzato, essendo quello della Regione Marche, cosi come quello dell’ Arpam, pareri vincolanti ai fini autorizzativi. Se si analizza il processo amministrativo, infatti, ci si rende conto che i piani normativi e di responsabilità non lasciano a noi sindaci spazi di intervento. Le leggi nazionali favoriscono iniziative come queste, sottraendole di fatto alla concertazione politica».
«Oggi è stata la volta del sindaco Curti ma, attenzione, nessuno si consideri immune da questa sorta di prevaricazione istituzionale -ribadisce-. Anche gli argini in cui si muovono gli enti sovracomunali sono del resto molto stretti. Basti pensare alle problematiche cui molti colleghi debbono far fronte in questi giorni, relative alle installazioni di antenne 5G».
«Si pensi anche ad esempio che l’autorizzazione rilasciata dalla Regione Marche lo scorso gennaio, al punto 7, dispone di privare i Comuni dell’agglomerato industriale in cui ricade l’area di San Salvatore, del potere di approvare sia la Variante Urbanistica che il Piano attuativo. In sostanza, il provvedimento regionale va a sostituire quello dei rispettivi consigli comunali -conclude Curti-. Voglio però fare un po’ di chiarezza rispetto alla conoscenza del progetto, quando nel 2018 in seno al Piceno Consind si trattò di deliberare il prezzo di cessione alla società 4R quale corrispettivo della vendita del terreno, i sindaci si espressero in maniera unanime tranne un astenuto».
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